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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-03-20 ad oggi 2010-03-21

Verdini: siamo un milione". le cifre ufficiali: "a san giovanni 150 mila persone>

Pdl in piazza, è lite sui numeri

Il centrodestra attacca la Questura

Cicchitto: "Perde di credibilità, noi stupefatti". Il premier: "Tutti danno i numeri che fa comodo dare"

il corteo a piazza san giovanni Silvio, i candidati e il patto-preghiera

Il premier alla Polverini e agli altri: "Vi nomino missionari di verità". Poi il giuramento

Li ha chiamati uno a uno sul grande palco allestito in piazza San Giovanni.

Di ognuno di loro ha fornito un profilo, politico e umano insieme, a ognuno ha stretto la mano e dato un bacio. Durante la manifestazione nella Capitale, Silvio Berlusconi ha riservato ai dodici candidati della maggioranza alle prossime elezioni regionali (Luca Zaia unico assente causa lutto) un trattamento speciale.

Culminato nel giuramento corale, quasi una sorta di preghiera del Pdl, sul "patto per l'Italia".

E in una investitura: "Vi nomino missionari della verità e della libertà per andare a convincere chi ancora non è convinto, chi legge solo i giornali della sinistra" dice il presidente del Consiglio.

Il Pdl in piazza: "Siamo un milione"

Due cortei hanno sfilato per la capitale fino a San Giovanni. Slogan contro Santoro e la Bonino

Il pd contesta i numeri dei partecipanti: "Frutto di fantasia, la piazza è stata ristretta"

ROMA — "Ora intoniamo un coro, quello dei fratelli". Sembra una citazione del duetto Sandrelli-Troisi in Non ci resta che piangere, ma in realtà è stato Ignazio La Russa, uno dei coordinatori del Pdl, ad esortare così alcuni ministri e altri esponenti di primo piano del Pdl alla testa del corteo del Pdl a Roma ad intonare l'Inno di Mameli. E' partito così il serpentone del popolo azzurro che, in due diversi tronconi, si è snodato per le vie della Capitale diretto a piazza San Giovanni per il comizio del premier Berlusconi e il giuramento dei 13 candidati del centrodestra alla carica di governatore.

DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA A PIAZZA NAVONA

Tutti in piazza per l'acqua libera: "Siamo in duecentomila"

In piazza con le centinaia di migliaia di persone venute da tutta Italia anche molti sindaci con fascia tricolore

ROMA - "Siamo 200mila", dicono gli organizzatori dei manifestanti del corteo contro la privatizzazione dell'acqua. Il lungo e colorato corteo dopo aver sfilato per la strade di Roma è giunto a Piazza Navona. La protesta è indetta dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua. In piazza a Roma per dire no alla gestione dell'acqua da parte di privati e multinazionali e per "riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare (per cui sono già state raccolte 400 mila firme) per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'acqua. E' la seconda manifestazione dopo quella del 2008 e si svolge in concomitanza con la Giornata mondiale dell'acqua che ogni anno l'Onu indice per il 22 marzo.

ST

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Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

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Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

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AVVENIRE

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2010-03-20

20 Marzo 2010

LA MANIFESTAZIONE PDL

Il premier contro Pd e giudici: "Siamo un milione"

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha mobilitato oggi decine di migliaia di sostenitori in piazza San Giovanni a Roma, per tirare la volata finale del Pdl alle elezioni regionali, chiedendo un ultimo sforzo alle urne prima di tre anni filati di "governo delle riforme".

La kermesse del Popolo della libertà è partita nel primo pomeriggio con due cortei che sono sfilati per la capitale, confluendo nella piazza del tradizionale concerto del Primo maggio, dove dal grande palco si sono affacciati ministri, sottosegretari, parlamentari, i candidati governatori di Pdl e Lega Nord nelle 13 Regioni al voto e infine Berlusconi, per il discorso finale.

La manifestazione, all'insegna degli slogan "L'amore vince sempre sull'odio" e "Dal governo del fare alle regioni del fare", ha raccolto un milione di persone secondo gli organizzatori, ma testimoni dicono che erano più di 500.000, la stima della vigilia.

"Siamo qui per affermare il nostro diritto al voto, ma anche il nostro diritto a non essere spiati", ha esordito il premier dopo avere cantato l'inno di Mameli, centrando i due punti caldi della politica delle ultime settimane - l'esclusione della lista del Pdl a Roma e provincia e l'inchiesta barese dove lui è indagato per concussione, condotta con il supporto di diverse intercettazioni telefoniche.

Il premier ha chiesto ai suoi l'ultimo sforzo alle urne, prima di tre anni di governo senza importanti appuntamenti elettorali, in cui attuare il suo programma di riforme. "La riforma della giustizia penale è pronta e la porteremo in Parlamento subito dopo le elezioni", ha detto nel suo discorso che è durato circa tre quarti d'ora.

"Dopo le elezioni ci attendono tre anni di lavoro in cui approveremo grandi riforme, giù il numero parlamentari, elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica, riforma della giustizia, ammodernamento del sistema fiscale e attuazione del federalismo", ha snocciolato dal palco.

Ai 13 candidati governatori del centrodestra ha fatto sottoscrivere e recitare un patto simbolico per l'applicazione nelle loro regioni, in caso di vittoria, del piano casa, ma le promesse del premier sono, se possibile, più ambiziose, perché spaziano dalla sicurezza dei cittadini alla "vittoria sul cancro".

"Dobbiamo affrontare questi tre anni forti di un chiaro mandato dagli elettori italiani. Saranno tre anni decisivi".

Sul palco è salito per alcuni minuti anche Umberto Bossi, che ha scambiato con il premier attestati di amicizia, tra gli applausi, e ha ricordato che lui "è una delle poche persone che a Berlusconi non ha mai chiesto soldi". La kermesse era a Roma e l'applausometro è salito all'apparizione di Renata Polverini, candidata del Pdl e Udc a governatore del Lazio. Proprio per Roma il Consiglio di Stato ha deciso in serata l'esclusione della lista del Pdl, bocciando il ricorso del partito.

 

"È una grande festa di libertà. Ci prendiamo la scena con determinazione e orgoglio, non peraccendere un falò di invidia e inimicizia. Siamo qui con compostezza e fermezza, un popolo che vuole restare libero". Sono le parole con le quali Silvio Berlusconi ha aperto il suo discorso sul palco di Piazza San Giovanni gremita da sostenitori del Pdl. "Scendiamo in piazza con una grande voglia di cambiamento. Siamo qui per reagire a due mesi di attacchi da parte della sinistra".

Bossi sale sul palco. "Con il governo di Berlusconi faremo le riforme perchè questo Paese ha bisogno di essere riformato". Lo afferma il leader della Lega Nord Umberto Bossi, salendo sul palco di piazza San Giovanni per salutare i manifestanti del Pdl. "Io e Silvio siamo diventati amici - ricorda Bossi - quando lui in Europa non firmò il provvedimento sulla famiglia trasversale. Non ebbe pausa dell'apparato europeo, andò in Europa e chiese cosa significasse "famiglia trasversale" e non firmò la cosa. Capii che era uno che la pensava come il popolo".

Elezione diretta del presidente della Repubblica. Un buon risultato alle elezioni regionali consentirebbe al governo di avere un "mandato pieno" e la possibilità di aprire la stagione delle riforme costituzionali a partire dall' "elezione diretta del Presidente della Repubblica". Ieri il premier aveva approfittato della presentazione del libro "l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio" (una raccolta dei messaggi inviati al Cavaliere dopo l'aggressione a piazza del Duomo a Milano) per ribadire agli elettori di non disertare le urne. Ma, la kermesse al tempio di Adriano, offre al Cavaliere l'occasione per tornare a parlare dell'attualità politica. Magistrati e intercettazioni innanzitutto.

"A Bari c'è un vero magistrato". Se una certa magistratura "politicizzata" detta "i tempi e i modi della campagna elettorale", a Bari, osserva Berlusconi, "c'è un magistrato vero, non di destra" che arresta l'ex vicepresidente della giunta regionale Pd Frisullo e "che ha fatto il suo dovere" non facendo parte "di una certa magistratura".

L'inchiesta di Trani e le intercettazioni. Il tono cambia quando il Cavaliere sposta la mira sull'inchiesta di Trani. Nessuna retromarcia rispetto a quanto detto nei giorni scorsi o durante la mattinata dopo il Consiglio dei Ministri sul contenuto delle intercettazioni, anzi, Berlusconi chiama in causa anche Corrado Calabrò, presidente dell'Agcom: "anche lui mi ha detto: è vero, è una cosa indegna, dovremmo intervenire, ma non abbiamo la maggioranza". Ecco perchè, aggiunge ancora Berlusconi, bisogna "approvare il disegno di legge ora in Senato per mettere fine alla barbarie delle intercettazioni". Un primo tassello della "grande, grande, grande e radicale riforma della giustizia".

Altro cavallo di battaglia del premier per poter così mettere "fine a una patologia terribile nella nostra democrazia". Patologia che il premier vede anche, e di nuovo, nel sistema-giustizia fino alle authority di controllo le cui rispettive indipendenze dalla politica sono difese solo da "ipocriti".

E allora sull'Agcom non si deve parlare di illeciti o reati, ma solo di un tentativo di "provocare un intervento doveroso" su cui però ha vinto "l'appartenenza politica e non il buon senso". Esattamente come avviene in certi tribunali, dove "si danno giudizi in base a ciò che conviene alla sinistra politicizzata della magistratura".

La raccolta dei messaggi di solidarietà contenuti nel libro offrono poi lo spunto al Cavaliere per tornare a parlare di quella giornata: "Sono contento - dice - perchè se l'oggetto lanciato contro di me non fosse finito sulla guancia avrei passato il Natale sotto terra". E la causa del gesto, a detta dello stesso capo del governo, non è difficile da trovare: "Quando dicono che sei peggio di Nerone, di Saddam Hussein, di Hitler - osserva - non ti puoi meravigliare se qualche mente labile pensa di diventare un eroe e di fare del bene cercando di far fuori quella persona".

 

 

 

20 Marzo 2010

ROMA

In piazza per l'acqua pubblica

"Fermiamo la privatizzazione"

Migliaia di persone, 200.000 secondo gli organizzatori, manifestano oggi a Roma contro la privatizzazione del servizio idrico, introdotta dal governo con una legge del novembre scorso.

La manifestazione è stata indetta dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua "per bloccare le politiche di privatizzazione della gestione dell'acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l'approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme "L'acqua fuori dal mercato!"", come spiega il movimento sul sito.

Alla manifestazione, organizzata in concomitanza della Giornata mondiale dell'acqua che ogni anno l'Onu indice per il 22 marzo, hanno aderito diversi comuni da tutta Italia e moltissimi enti, oltre a partiti della sinistra -- Rifondazione Comunista, i Verdi, Sinistra Democratica, Comunisti Italiani e Partito Comunista dei lavoratori -- e movimenti.

Dopo il concentramento a Piazza della Repubblica, i manifestanti hanno sfilato per le vie di Roma al grido di slogan come "Si scrive acqua si legge democrazia" per radunarsi poi in Piazza Navona, dove fino alle 19.30 sono previsti gli interventi delle realtà aderenti alla manifestazione

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-03-21

Verdini: siamo un milione". le cifre ufficiali: "a san giovanni 150 mila persone>

Pdl in piazza, è lite sui numeri

Il centrodestra attacca la Questura

Cicchitto: "Perde di credibilità, noi stupefatti". Il premier: "Tutti danno i numeri che fa comodo dare"

Silvio Berlusconi sul palco con i candidati del centrodestra alle regionali (La Presse)

MILANO - "In queste manifestazioni tutti danno numeri che fa comodo dare, io non voglio entrare nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e la qualità di queste persone, mi ha riscaldato il cuore". Parla così Silvio Berlusconi all'indomani della manifestazione del centrodestra a Roma. Senza fornire, dunque, nessuna cifra sui partecipanti alla manifestazione. Premier a parte, però, sui numeri il centrodestra va all'attacco. Le cifre fornite sabato dal coordinatore Denis Verdini ("Siamo un milione) non corrispondono a quelle diffuse dalla Questura ("In piazza 150 mila"). Già al termine della manifestazione Maurizio Gasparri non ha risparmiato una frecciatina sull'argomento: "Siamo grati alle forze dell'ordine per il loro impegno a Roma con la città impegnata in diverse manifestazioni. Siamo meno grati al questore di Roma che evidentemente in preda a stress o in crisi etilica ha diffuso cifre false, in difetto, sui partecipanti alla nostra grande manifestazione" ha detto il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. E domenica tocca a Fabrizio Cicchitto sconfessare la Questura e attaccare: "Siamo francamente stupefatti" ha detto. "Quando la piazza è strapiena, il numero dei presenti è molto più vicino alla cifra affermata dall'onorevole Verdini che a quella indicata dalla Questura, che, dando il numero di 150mila, ha perso di credibilità" ha aggiunto.

LA REPLICA DEL SAP -"Ognuno deve fare il proprio mestiere. La Questura fa il suo e i dati sui manifestanti di piazza San Giovanni rappresentano la realtà dei fatti, sicuramente erano qualcosa in meno e non in più" è la replica del segretario del Sindacato autonomo della polizia, Nicola Tanzi, interpellato da Apcom. Le rilevazione sulle presenze in piazza, in occasioni di manifestazioni politiche, sindacali e di altro tipo - sottolinea Tanzi- si basa su metodologie consolidate che sono utilizzate dai responsabili dell’ordine pubblico e dalla Digos".

"REGALIAMO LORO UN PALLOTTIERE" - "Se danno i numeri, regaliamo noi un pallottoliere agli esponenti del Pdl - ha scritto in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando - . Evidentemente i parlamentari azzurri devono avere problemi con la matematica che non è un'opinione. Bastava dare un'occhiata alla panoramica dall'alto della piazza, per capire quanto pochi fossero, come ha affermato la questura, i partecipanti alla manifestazione di ieri". Per il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi, quella a piazza San Giovanni "è stata una grande manifestazione di popolo che ha sancito il patto di ferro tra la gente e Berlusconi, e che rappresenta una risposta forte a chi ritiene il premier oramai al tramonto. È stata una festa con una massiccia partecipazione, anche oltre le aspettative nonostante la solita querelle del giorno dopo sui numeri. La sinistra se ne faccia una ragione" ha detto Rotondi.

ATTACCO A PD E UDC - Il portavoce Pdl Daniele Capezzone, intanto, attacca Pd e Udc. "Con le loro stucchevoli e livorose reazioni alla straordinaria manifestazione di piazza San Giovanni - osserva - hanno mostrato non solo di non avere rispetto per i cittadini scesi in piazza, ma anche di non aver capito cosa è successo davvero ieri". "In realtà, Bersani e Casini fanno finta di non capire che ieri è stata una giornata cruciale non solo per le sorti della campagna elettorale per le regionali, ma per la nuova fase politica che si aprirà dopo il voto. Silvio Berlusconi - assicura il portavoce Pdl - ha lanciato un triennio di riforme liberali di importanza storica, destinato a segnare una svolta modernizzatrice in Italia". "Finiti gli effetti speciali e i giuramenti un pò ridicoli, bisogna a tornare a pensare ai problemi degli italiani" è la replica del leader centrista.

Redazione online

21 marzo 2010

 

La guerra dei numeri: a San Giovanni

sbagliate anche le stime del Concertone

Nelle 5 piazze romane, sempre esagerate le dichiarazioni

dei partiti. Un calcolo a metro quadro da agorafobia

ROMA - La polemica tra gli organizzatori della grande manifestazione del Pdl e la Questura di Roma sull'effettivo numero dei partecipanti all'adunata di sabato 20 in piazza San Giovanni, rilancia l'annosa questione del "calcolo delle moltitudini". In sostanza, pone in maniera pressante la necessità di risolvere con un parametro accettabile e attendibile il difficile calcolo delle presenze nelle piazze e strade: romane e non solo. Ma per limitarci ai luoghi deputati a proteste e manifestazioni civili nella Capitale, ecco un piccolo vademecum.

L'area più affollata di piazza San Giovanni sotto il palco sabato 20

L'area più affollata di piazza San Giovanni sotto il palco sabato 20

INCOMPENETRABILITA' DEI SOLIDI - Nei giorni precedenti i tre cortei di sabato, l'Ansa aveva effettuato un primo tentativo di stabilire la capacità massima delle cinque "piazze" principali, partendo da una non-piazza, quel circo Massimo che oltre a tanti palchi politici ha ospitato i più grandi concerti dell'Estate Romana, come quello dei Genesis - luglio 2007 - che richiamò 500 mila spettatori. Il calcolo dell'agenzia di stampa, tuttavia, si basava su una media di occupanti variabile da 2,5 a 3,5, eppoi 3,9 e 4 persone a metro quadrato. Ponendo anche un parametro unico di 3, le stime rimarrebbero comunque basse, ma attendibili. Con una premessa e una distinzione.

La prima è che la ressa nelle parti centrali della piazza può portare ad un'occupazione di 6 persone a metro quadrato; la seconda che le persone in una piazza non si "stringono" tutte allo stesso modo. Ci sono aree più affollate e zone in cui la gente è meno ammassata, specie ai margini. Dunque i dati che forniamo tengono conto dei due parametri fondamentali: l'occupazione massima e l'occupazione probabile. Sempre rispettando il principio della incompenetrabilità dei corpi solidi: due oggetti, o persone, non possono occupare lo stesso spazio. Salvo quando ad un concerto rock la giovane lei sale sulle spalle del suo lui.

Una foto dall'alto in cui si nota il minor affollamento ai margini di piazza San Giovanni, sabato (Jpeg)

Una foto dall'alto in cui si nota il minor affollamento ai margini di piazza San Giovanni, sabato (Jpeg)

PIAZZA SAN GIOVANNI - E cominciamo dalla piazza più contesa: quella, storica per la sinistra, che Berlusconi ha espugnato già per 5 volte dal 1996 ad oggi. Se il Pdl oggi ce l'ha tanto con la Questura di Roma è forse per lo stridente contrasto fra i numeri: una discrepanza c'era anche nel 1996. Anche l'allora Polo delle Libertà dichiarò la partecipazione di 1 milione di persone, e la polizia stimò fossero circa 500 mila. Ma per l'adunanza del 20 marzo 2010, a fronte del milione di sostenitori sbandierato da Berlusconi, la Questura dichiara 150 mila presenze: un gap pesante.

Ma quante persone possono occupare piazza di Porta San Giovanni? Secondo gli organizzatori del Concertone del 1° maggio, anche 1 milione. Berlusconi ha dunque ragione? Dipende dai punti di vista. Nel senso che osservando la diretta su Corriere.it e le immagini dall'elicottero mostrate da SkyTg24, si è notato che i partecipanti al raduno Pdl erano stratti in un trapezio che si allargava dal lato corto a destra del fronte basilica in direzione piazza Vittorio. Un'area che tuttalpiù rappresenta la matà dello spazio disponibile intorno alla grande chiesa. Durante i Concertoni, la folla arriva a riempire via Emanuele Filiberto, il viale e i giardini che conducono a Santa Croce in Gerusalemme, via Merulana. Così non è stato sabato 20 marzo.

La densità della folla del 1° maggio al Concerto in San Giovanni (foto Ansa)

La densità della folla del 1° maggio al Concerto in San Giovanni (foto Ansa)

PRESENZE POSSIBILI E REALI - Ma restando ai calcoli matematici, l'occupazione massima dei 42.700 metri quadrati di piazza San Giovanni potrebbe essere di 256 mila persone. Arrivando fino alla parte successiva della piazza, dietro il Palazzo Laterano e ai giardini di viale Carlo Felice, si potrebbe ipotizzare un numero di 700 mila presenze. Dunque anche i dati del Concertone sono esagerati. Seppoi dalle immahini aree la folla non risulta molto ammasata, allora davanti alla basilica si possono calcolare 3 persoen a metro quadrato, cioè 128 mila presenze. Ecco forse l'rigine del calcolo di 150 mila fornito dalla Questura. Una curiosità: alla manifestazione del Pdl contro Prodi del dicembre 2006, gli organizzatori sostennero che c'erano oltre 2 milioni di persone.

CIRCO MASSIMO - Ma vediamo le altre aree deputate a manifestazioni e concerti. I dati che emergono dalle planimetrie delle piazze romane, sottolineano capienze diverse. A cominciare dalla "piazza" romana più capiente: il Circo Massimo, che ha una superficie di 140.000 metri quadri. Quindi, la capienza massima è di 840 mila persone; 420 mila se parliamo di una folla messa comoda, con 3 persone a metro quadrato sedute sul prato.

Anche il centro sinistra, a volte, esagera. Qui si tenne il Pd-Day voluto da Walter Veltroni nell'ottobre 2008: allora, secondo gli organizzatori, c'erano 2,5 milioni di persone; ben oltre la capienza teorica del "bacino". Cioè una densità di circa 18 persone a metro quadro.

PIAZZA DEL POPOLO - Al terzo posto come grandezza, ha una superficie di 17.100 metri quadrati, quindi una capienza massima di 102.600 persone e una media (3 individui a metro quadro) di 51 mila. Sabato 13 marzo, alla manifestazione promossa dalle opposizioni, gli organizzatori dichiararono 200 mila presenze.

Il popolo viola a piazza Navona (Eidon)

Il popolo viola a piazza Navona (Eidon)

PIAZZA NAVONA - Quarta in ordine di grandezza, ha una superficie di 12.970 metri quadrati. La capienza massima teorica è di circa 78 mila persone. In media la affollano non più di 50 mila (contati ghli spazi occupati dai tavolini dei bar e le bancarelle). Sabato 20, con la manifestazione dei comitati di lotta contro la privatizzazione dell'acqua, traboccava: è possibile si siano sfiorate le 90 mila presenze con l'occupazione delle vie limitrofe. Ma è fuori scala la stima dei partecipanti all'ultimo Viola-Day, lo scorso 27 febbraio, quando furono dichiarate 200 mila persone presenti.

PIAZZA SS APOSTOLI - La più piccola delle piazze amate dai manifestanti (è centralissima, proprio dietro piazza Venezia e a due passi da via del Corso) ha una superficie di soli 4.250 metri quadrati. Capienza massima con affollamento da agorafobia: 25.500 persone.

Redazione online

21 marzo 2010

 

 

 

 

 

E sull'astensione: "Il pericolo c'è, non votare è dare un voto alla sinistra"

Berlusconi : rischio astensione

"No a un confronto con Bersani"

Il premier: "Faccia a faccia inopportuno con il leader Pd, le sue parole ci hanno fatto perdere fiducia"

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con la candidata alla presidenza dell'Emilia Romagna Anna Maria Bernini ed il coordinatore del Pdl in regione Filippo Berselli (Ansa)

MILANO - "Non mi dispiace essere definito un capopopolo". Lancia una frecciata esplicita al leader del Pd Pier Luigi Bersani il premier Silvio Berlusconi, all'indomani della manifestazione a Roma. E fa sapere, a una settimana esatta dalle regionali, che non ritiene opportuno un confronto pubblico con il segretario dei democratici. "Non credo che sia opportuno in questo momento", spiega il Cavaliere, perché "le dichiarazioni quotidiane di Bersani nei miei confronti ci hanno fatto perdere la fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo basato sulla realtà". Il vicesegretario del Pd Enrico Letta invita però il premier a cambiare idea sul faccia a faccia in tv. "Berlusconi getta la maschera. È amore non volere un confronto col proprio contendente politico? O forse non è la massima espressione di odio? Ci ripensi. Ne guadagnerà l'Italia e si raddrizzerà questa sua sinora infelice campagna elettorale" dice.

I NUMERI - Bersani a parte, il premier, a Bologna per sostenere la candidatura alla regione di Anna Maria Bernini, preferisce non entrare nello scontro sui numeri della manifestazione ("Ognuno dà quelli che gli fanno comodo"), ammettendo però di aver provato molta emozione nel vedere tante persone. "Il Popolo della libertà - sottolinea poi - è nato dal basso, dalla gente, i partiti sono stati quasi obbligati ad aderire, abbiamo fatto nascere questa formazione in un anno e abbiamo vinto tutte le elezioni. Le differenze di vedute sono una ricchezza che ci arricchiscono, purché non diventino sterili contrapposizioni: in quel caso sarebbero una malattia".

RISCHIO ASTENSIONE - Il presidente del Consiglio non nasconde la sua preoccupazione per il possibile astensionismo. "È certamente un pericolo - dice -, noi insistiamo ad affermare che l’astensione è dare voto alla sinistra. Insistiamo ancora - sottolinea il premier - che chi non si riconosce nella sinistra è obbligatorio che voti la Lega o il Pdl". Il premier risponde a un cronista che gli fa notare il calo di affezione alla politica da parte degli italiani, stimato intorno al 12%. "Credo - risponde il presidente del Consiglio - che sia effetto di come la politica viene presentata ai cittadini dalla stampa e dalle televisioni". Tra l’altro "il nostro è l’unico Paese dove su una Tv pubblica si assiste a risse, che qualcuno definisce pollai, che fanno malissimo. Siamo gli unici in Italia che fanno il "pastone" su ogni cosa, anche sulle decisioni del governo" ospitando spezzoni di dichiarazioni dei politici di ogni parte. Berlusconi poi richiama le parole di Benedetto XVI: "Mesi fa ha detto che la politica è il più alto atto di carità; io la interpreto in questo modo, ma mi pare che i cittadini non la pensino così".

"IO RECORDMAN" - A chi parla di declino di Berlusconi, il presidente del Consiglio risponde chiaramente: "Dopo le elezioni avevo il 68% del consenso, adesso sono sceso al 61%, mentre Sarkozy è al 32%, la Merkel al 40% e Obama al 42%: io sono il recordman delle democrazie occidentali, come si può pensare che un leader al 61% sia in declino?".

SANTORO E I PM - Un accenno poi allo spettacolo che Michele Santoro sta organizzando per giovedì a Bologna, "l'ultima dimostrazione - secondo Berlusconi - che esiste il massimo della libertà". "Non ho niente da dire, sono liberi di farlo", aggiunge il premier concludendo con un ironico "evviva". Infine un nuovo attacco a media e pm: "Giornali e tv sono stati intasati da una gragnuola di inchieste della magistratura che ha dettato i temi della campagna elettorale" dice il Cavaliere , ricostruendo, passaggio per passaggio, tutte le inchieste giudiziarie che hanno riguardato il centrodestra negli ultimi mesi. "Per questo ho deciso di dare una mano anche io, per rompere la cortina degli attacchi elettorali. La nostra patologia più grave è avere una corrente della magistratura che utilizza il diritto a fini politici di lotta".

FIRENZE - Dopo la manifestazione di Roma, in cui Monica Faenzi, candidata Pdl per la Toscana, ha affiancato il premier nella manifestazione insieme agli altri candidati, Silvio Berlusconi è arrivato a Firenze per sostenere la candidatura di colei che ha definito "tosta, anzi tostissima". E allora eccolo, il presidente del Consiglio, che passa attraverso un Lungarno blindatissimo e si chiude dentro Palazzo Corsini con i "fedelissimi" e i giornalisti per una conferenza-stampa lampo. Ma qualcuno che contesta c'è, fuori.

Un gruppo di circa 40-50 persone, in un piccolo corteo ha gridato al premier mentre attraversava, in auto e con la scorta, piazza Goldoni. Il gruppo ha sventolato una bandiera arcobaleno della pace e ha fischiato e inveito a suon di "buu" contro il premier e gridato frasi del tipo: "Dove sei? Esci fuori, fatti vedere" "Vergogna" "Piduista" "Impunito". Un altro gruppetto, stavolta di giovani dell’area antagonista, poco prima aveva tentato di entrare in piazza Ognissanti, dove c’è l’albergo che per alcune ore ha ospitato il premier, ma è stato bloccato dagli agenti della digos. Due persone sono state fermate e portate in questura, tre sono state identificate.

Berlusconi promette subito una cosa fondamentale per Firenze, chiesta dal sindaco Matteo Renzi e da tutti gli imprenditori: la legge speciale. "C'è bisogno di una legge speciale per Firenze - ha detto il premier - città patrimonio d'Italia e dell'umanità". Lo stesso Berlusconi un anno fa aveva parlato per la prima volta di questa possibilità. "Abbiamo già dato, soprattutto attraverso i lavori della Tav - ha aggiunto il premier - ingenti capitali alla Toscana e a Firenze. Quello che è stato realizzato è importante e costoso, ma sono sicuro che ci siano ancora tanti interventi necessari per trasmettere a chi verrà dopo di noi ciò che abbiamo ricevuto, senza merito, da chi ci ha preceduto". Per quanto riguarda la legge speciale, ha quindi ribadito Berlusconi, "la nostra intenzione è assolutamente positiva: bisogna sedersi a un tavolo, lo faremmo molto volentieri per vedere in che modo potremmo disporre di fondi, date le condizioni del bilancio dello Stato". Il premier ha ammesso che "non è il momento più favorevole", ma ha affermato che "come abbiamo trovato i fondi per il Mose a Venezia, così anche per Firenze credo che riusciremo a trovare i soldi necessari a salvare le sue opere d'arte".

Davanti ai simpatizzanti, iscritti del Pdl e giornalisti, Berlusconi sottolinea che "alla Toscana farebbe bene un cambiamento. Ma i numeri sono difficili perchè qui il potere è così radicato che rende difficile il cambiamento. Forse però per la prima volta, secondo i sondaggi, c’è una speranza". Poi attacca l'Udc: "In Toscana il voto all’Udc è un voto gettato. Secondo gli ultimi risultati alle regionali - ha aggiunto a proposito del partito di Pier Ferdinando Casini - non ha raggiunto il 4%. Attraverso i sondaggi, abbiamo riscontrato tra i suoi elettori scontentezza". L’Udc, ha proseguito, "in queste elezioni ha scelto secondo convenienza. Qui si presenta un dipendente. Il voto all’Udc è un voto inutile, bisogna dare un voto utile e visto che chi vota Udc non si riconosce nella sinistra, dando un voto utile si consente alla nostra parte di avere una forte rappresentanza che dia stimoli e suggestioni alla maggioranza". Poi al solito, tra battute e sorrisi, parla di Monica Faenzi: "Sui candidati il presidente non è intervenuto, ma devo dire che un minimo di intervento sulle candidate c’è stato. C’è una presenza femminile elevatissima - ha aggiunto più serio Berlusconi - ed è l’unico suggerimento che mi sono permesso di dare all’ufficio di presidenza del nostro democraticissimo partito". Il premier ha ricordato che "in Emilia Romagna e in Toscana avevano due parlamentari eccellenti: Monica Faenzi viene da un’esperienza pluriennale come sindaco e in Parlamento e anche come aspetto è un modello in cui noi ci ritroviamo come protagonista del Pdl". Berlusconi ha sottolineato che il suo nome è stato approvato dagli organismi del partito "all’unanimità"".

Poi un accenno al ruolo del coordinatore nazionale Denis Verdini: "La struttura e gli uomini che coordinano nel Pdl Monica Faenzi, corrisponde alle mie attese. Sono soddisfatto del lavoro dei coordinatori e sono soddisfatto del lavoro che svolge Verdini". Berlusconi ha parlato anche della vicenda giudiziaria in cui è coinvolto Verdini. "Ha avuto - ha detto il premier - il comportamento che tutti noi avremmo avuto con un amico. Si può essere ipocriti... ma non si può dire che non è possibile segnalare un amico che lavora bene perchè questa è ipocrisia". "Ho letto tante cose sui giornali ma dopo le elezioni non cambierà niente. Io so - ha detto - che ogni richiesta che noi facciamo a Verdini trova risposta immediata".

"Ho giurato sulle persone a me più care che le accuse rivolte a me in questi 16 anni non erano vere, e ho avuto ragione". Berlusconi ha ricordato di essere sempre stato assolto, tranne nei casi in cui è intervenuta la prescrizione, "il che significa - ha sottolineato - che i pm, pur nei tempi lunghi dei processi, non sono stati capaci di avvalorare la loro tesi accusatoria". La platea di simpatizzanti e iscritti ha accolto con un lungo applauso l’affermazione del premier. "La sovranità appartiene al popolo - ha affermato - il quale la passa al Parlamento, che fa le leggi: ma se una legge non piace ad una certa parte dei magistrati, che si può individuare in Magistratura Democratica, loro portano la legge in Corte di Cassazione, che la abroga. La sovranità appartiene a Magistratura Democratica: se vi sembra una cosa accettabile in una democrazia, ditemelo...". Berlusconi ha quindi ribadito che esiste "il problema di una magistratura che svolge un ruolo diverso da quella che la Costituzione le assegna".

 

20 marzo 2010

 

 

 

 

2010-03-20

il corteo a piazza san giovanni

Silvio, i candidati e il patto-preghiera

Il premier alla Polverini e agli altri: "Vi nomino missionari di verità". Poi il giuramento

Li ha chiamati uno a uno sul grande palco allestito in piazza San Giovanni. Di ognuno di loro ha fornito un profilo, politico e umano insieme, a ognuno ha stretto la mano e dato un bacio. Durante la manifestazione nella Capitale, Silvio Berlusconi ha riservato ai dodici candidati della maggioranza alle prossime elezioni regionali (Luca Zaia unico assente causa lutto) un trattamento speciale. Culminato nel giuramento corale, quasi una sorta di preghiera del Pdl, sul "patto per l'Italia". E in una investitura: "Vi nomino missionari della verità e della libertà per andare a convincere chi ancora non è convinto, chi legge solo i giornali della sinistra" dice il presidente del Consiglio. Berlusconi (guarda il video).

IL PATTO PER L'ITALIA - I candidati hanno giurato di rispettare un "patto per l'Italia e per la libertà" che prevede "l'attuazione immediata del piano casa finora ostacolato dalla sinistra, lo snellimento significativo di tutte le procedure burocratiche, tagliando le tasse e dando la possibilità di creare imprese in un solo giorno". E ancora il "dimezzamento" delle liste d'attesa per gli esami medici e più zone verdi. "Io di fronte a questo popolo che rappresenta tutti i moderati nel nome della libertà prendo solennemente impegno a realizzare tutti i punti del patto per l'Italia" hanno recitato tutti in coro i tredici candidati.

LA "TOSTA" FAENZI, ELOGIO A FORMIGONI - Prima del giuramento, quasi fosse una premiazione, il Cavaliere ha presentato i dodici candidati, uno ad uno. La prima a salire sul palco è stata Anna Maria Bernini, candidata per l'Emilia Romagna. "Una vera donna combattente" l'ha apostrofata il premier. Poi il candidato della Liguria, Sandro Biasotti. "Colui che collegherà Genova con il resto del Nord", ha detto il premier. Stefano Caldoro, candidato in Campania, è "magico, trasparente, bravissimo". Quindi è stata la volta di Roberto Cota, leghista candidato in Piemonte: "Una persona a cui sono affezionato", ha spiegato Berlusconi, abbracciandolo. A quel punto è stato il turno di "una tosta" come Monica Faenzi, che il Pdl ha candidato in Toscana. "Una - ha aggiunto il premier - che diede filo da torcere a Prodi". Siparietto per il governatore lombardo Roberto Formigoni, salito sul palco con tanto di bandiera del Pld. "Oddio - ha scherzato il Cavaliere - aspettate che devo leggere il nome. Come è che si chiama...Roberto, Roberto mentre Formigoni sta salendo sul palco. "Con lui la Lombardia ha il miglior sistema sanitario d'Europa" ha aggiunto il premier.

"LA POLVERINI SI È FATTA DA SOLA" - Dalla Lombardia alle Marche quando è il turno di Erminio Marinelli: "Dottore ho un dolore alla spalla che devo fare?", ha chiesto ridendo Berlusconi. "Niente devi continuare così" ha risposto il candidato del centrodestra. Il giro dell'Italia si è fermato in Umbria con Fiammetta Modena: "Da sempre il nostro punto di fermo dove siamo vicini alla vittoria", è il pensiero che le ha dedicato il premier. Quindi Nicola Pagliuca, candidato in Basilicata: "Ha un compito difficile - ha riconosciuto Berlusconi - per una regione bellissima". Applausi poi a Rocco Palese per la Puglia. "Una persona - ha detto il premier - cui la sinistra deve riconoscere molti meriti. Non posso credere - ha aggiunto - che la Puglia sia veramente di sinistra". Sul palco anche il "giocatore di basket" Giuseppe Scopelliti, candidato in Calabria. "Un sindaco eccezionale che saprà fare molto bene", è stato il commento del presidente del Consiglio. Un saluto poi a Luca Zaia, candidato del Veneto ma assente perché in lutto. Infine, è stato il turno di Renata Polverini, che ha giocato in casa. "Una persona che si è fatta da sola facendo lavori umilissimi fini ad arrivare al vertice di un sindacato. Mi raccomando - ha detto Berlusconi - se la nostra lista non sarà riammessa mettete una croce sul suo simbolo". Terminata la presentazione il premier ha invitato i suoi candidati a mettere una "mano sul cuore" e leggere il programma per l'Italia da sottoscrivere chiedendo loro di fare un giuramento davanti alla folla.

Redazione online

20 marzo 2010

 

 

 

 

 

 

Il pd contesta i numeri dei partecipanti: "Frutto di fantasia, la piazza è stata ristretta"

Il Pdl in piazza: "Siamo un milione"

Due cortei hanno sfilato per la capitale fino a San Giovanni. Slogan contro Santoro e la Bonino

La testa del corteo (Ansa)

ROMA — "Ora intoniamo un coro, quello dei fratelli". Sembra una citazione del duetto Sandrelli-Troisi in Non ci resta che piangere, ma in realtà è stato Ignazio La Russa, uno dei coordinatori del Pdl, ad esortare così alcuni ministri e altri esponenti di primo piano del Pdl alla testa del corteo del Pdl a Roma ad intonare l'Inno di Mameli. E' partito così il serpentone del popolo azzurro che, in due diversi tronconi, si è snodato per le vie della Capitale diretto a piazza San Giovanni per il comizio del premier Berlusconi e il giuramento dei 13 candidati del centrodestra alla carica di governatore. Il premier ha tenuto il suo intervento al termine di una giornata che ha avuto come slogan "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio", dal titolo del suo ultimo libro. Secondo gli organizzatori la kermesse ha raccolto un consenso oltre le aspettative: "Abbiamo superato la quota di un milione di partecipanti" ha detto dal palco Dennis Verdini, un altro dei coordinatori del partito. Ma su questo numero ha poi espresso dubbi il responsabile organizzativo del Pd, Nico Stumpo, secondo cui "il milione di Verdini è come quello del signor Bonaventura, un parto della fantasia": "Basta guardare le immagini su Sky per rendersi conto di quanto è stata ristretta la piazza con i gazebo e le torrette".

La manifestazione del centrodestra La manifestazione del centrodestra La manifestazione del centrodestra La manifestazione del centrodestra La manifestazione del centrodestra

BANDIERE E SLOGAN - Il bianco e il tricolore (ce n'era anche uno "lungo centinaia di metri che rappresenta la nostra identità nazionale", secondo la definizione di La Russa) sono stati i colori prevalenti. A spiccare su tutte le bandiere del Pdl, ma anche quelle di Renata Polverini e i cartelli che inneggiano al premier. C'è stato anche chi ha scritto "Silvio sei meglio di Giulio Cesare". Ma oltre ai cori di incitamento come "Renata presidente lo vuole la gente" sono stati tanti gli slogan contro gli avversati politici. I più gettonati: "Marrazzo-Bonino, stessa gente stesso declino"; "Ieri Marrazzo domani Bonino, no alla Regione casino"; "Con Marrazzo, Bonino e Bersani, la Regione in trans". Un altro striscione faceva riferimento alle campagne abortiste della leader Radicale: "Salva la vita ad un bambino, in marcia contro la Bonin". Anche alcuni pullman addobbati con slogan e cartelli hanno sfilato con i partecipanti.

FISCHI AL VIOLA E "FACCETTA NERA" - Diversi gli attacchi a Santoro (accusato perfino di essere "fascista" e "mafioso"), Travaglio e Floris. Un coro di fischi e di insulti e incitazioni tipo "Buttati di sotto" sono poi stati lanciati dai manifestanti contro un residente di via Labicana che stava assistendo alla finestra alla manifestazione esponendo una maglietta viola, simbolo delle proteste contro il presidente del Consiglio. Una delle bande musicali intervenute si è lasciata anche ad un fuori programma accennando alla nota canzone del Ventennio, "Faccetta Nera", intonata anche da alcuni partecipanti alla manifestazione.

"SIETE MOSCI" - Renata Polverini è stata per un po' alla testa del corteo partito dal Circo Massimo assieme ad un gruppo di ministri e di personaggi di spicco del Pdl. Poi ha deciso di spostarsi verso le tretrovie: "Siete mosci, ora me ne vado dietro con le curve" ha detto scherzando. La candidata ha esortato i rappresentanti del governo Berlusconi ad accelerare il passo e poi interpellata dai giornalisti ha spiegato: "Beh loro non possono correre hanno un ruolo istituzionale".

Redazione online

20 marzo 2010

 

 

Il comizio / "La sinistra non ha il senso dello stato e si è ammanettata a di pietro"

"Siamo quelli che vogliono restare liberi"

Berlusconi a San Giovanni con il popolo del Pdl. "Siamo qui per il diritto al voto e a non essere spiati"

ROMA - "Siamo le donne e gli uomini che amano la libertà e che vogliono restare liberi". Così Silvio Berlusconi ha iniziato il suo comizio in piazza San Giovanni in Laterano, momento culminante della manifestazione del Pdl a sostegno dei candidati del centrodestra alle prossime Regionali. "Ci prendiamo la scena oggi - ha detto -, ma non per andare contro qualcuno, bensì per comunicare la nostra voglia di cambiare questo Paese con l'energia del consenso degli italiani". "Non scendiamo quasi mai in piazza - ha sottolineato il Cavaliere -, ma... quanno ce vo', ce vo'".

"DIRITTO A NON ESSERE SPIATI" - Il capo del Pdl ha ribadito la necessità di "garantire il diritto del voto qui a Roma" e "il nostro diritto a non essere spiati". E ha ricordato la nascita del Pdl, nato dalla fusione di Forza Italia e An, sancita proprio da un raduno nella stessa piazza San Giovanni. Poi è passato all'attacco alla sinistra, "che dice di essere cambiata ma non è vero" e che "si è anzi scelta degli alleati che sono perfino peggio", "si è ammanettata a loro", con un esplicito riferimento ad Antonio Di Pietro e all'Italia dei Valori. "La sinistra non ha mai imparato a fare e ad essere un'opposizione responsabile - ha aggiunto -, a questa sinistra manca del tutto il senso dello Stato". Per questo, ha detto, "la scelta è ancora una volta tra noi e loro, tra il governo del fare che fa le riforme e una sinistra che sa solo dire no e diffondere pessimismo e catastrofismo". Quanto all'esclusione della lista del Pdl nella circoscrizione Roma, il premier ha detto che l'opposizione "avrebbe dovuto essere la prima a chiedere elezioni regolari" e "se fossimo stati al loro posto noi avremmo fatto certamente così".

"AVETE STUDIATO BENE" - Il Cavaliere ha poi riproposto il giochino del sì e del no già utilizzato in altre occasioni evidenziando quella che a suo parere è la propensione della "sinistra" a mettere nuove tasse e ad avere uno "stato di polizia tributaria". Ai militanti assiepati sotto il palco ha rivolto alcune domande: "Volete le intercettazioni su tutto e su tutti, essere spiati anche a casa vostra?". E ancora: "Volete una sinistra che spalancherebbe le porte a tutti gli extracomunitari?". E sui talk show: "Volete le risse e i pollai sulle tv pubbliche pagate con i soldi di tutti?". E alle risposte scontate della platea che ha risposto all'unisono proprio come lui si aspettava ha replicato: "Bravi, avete studiato bene".

"MAGISTRATURA DI SINISTRA" - Poi è ripartito all'attacco, questa volta della "magistratura di sinistra", accusata di avere inventato "una nuova tangentopoli che non c'è" e di avere, con la complicità dell'opposizione e della stampa, "tentato di distruggere il miracolo compiuto in Abruzzo" e di avere "gettato fango su Bertolaso". Ha poi ribadito che il caos delle liste sarebbe stato costruito ad arte "perché i nostri dirigenti hanno fatto le cose per bene". Infine, prima di passare alla presentazione dei tredici candidati del Pdl chiamati al giuramento sul palco, ha spiegato che archiviata la campagna elettorale il governo affronterà il capitolo delle riforme istituzionali: elezione diretta del premier o del capo dello Stato, riduzione del numero dei parlamentari e federalismo.

Al. S.

20 marzo 2010

 

 

 

 

DISSENSO

Lenzuola rosse contro il corteo Pdl

Un gruppo di condomini di un palazzo in via Appia Nuova le ha esposte al passaggio dei manifestanti

MILANO - "No alla manifestazione del Pdl". Per esprimere il proprio dissenso nei confronti del corteo del centrodestra nella Capitale, alcuni condomini di uno stabile di via Appia Nuova ha esposto alle finestre dello stabile, al passaggio dei manifestanti diretti a piazza San Giovanni, lenzuola, cuscini, magliette, tende, tutte rigorosamente rosse, assieme a un cartello con scritto "Libero pensiero, in libero Stato".

Lenzuola rosse contro il corteo Pdl Lenzuola rosse contro il corteo Pdl Lenzuola rosse contro il corteo Pdl Lenzuola rosse contro il corteo Pdl Lenzuola rosse contro il corteo Pdl

I manifestanti hanno reagito con fischi e grida come: "Chi non salta comunista è", "Scemi, scemi", "Sventolatele in Russia", "B€uffoni, buffoni". Il corteo si è soffermato per qualche minuto sotto il condominio di via Appia Nuova e qualche manifestante ha iniziato un dialogo a distanza con i condomini affacciati a finestre e terrazze. Dalla vettura alla guida del "serpentone" dei manifestanti, mel frattempi, si sentivano gli slogan: "Emma Bonino, ti spazzeremo via", "Di Pietro e Bonino i soliti co....", "Scendi giù, scendi giù manifesta pure tu".

Redazione online

20 marzo 2010

 

 

 

su annozero: "L'Agcom non intervenne per colpa di Casini, l'Udc è il peggio del peggio"

Berlusconi: "A Bari un magistrato vero"

E rilancia: elezione diretta del presidente

Il premier: "Con questa giustizia, democrazia a rischio". Poi l'elogio al giudice che ha fatto arrestare Frisullo

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Silvio Berlusconi (Fotogramma)

Silvio Berlusconi (Fotogramma)

MILANO - I magistrati? Non tutti asserviti alla sinistra. Silvio Berlusconi dà la sua personale versione sulla correttezza dei giudici. Per il premier, per esempio, il pm che a Bari ha disposto l'arresto di Sandro Frisullo, ex vicepresidente della giunta Vendola, "non è un magistrato di destra", è semplicemente "un magistrato vero". "Evidentemente a Bari c'è un pm che non fa parte della magistratura politicizzata di sinistra e ha fatto il suo dovere. Io non ho mai detto che tutta la magistratura è di sinistra, ci mancherebbe...". Alla presentazione del libro L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio. Berlusconi è tornato su tutti i temi battuti in campagna elettorale, compresa la riform,a della Giustizia, i magistrati e i cambiamenti da fare alla Costituzione, a partire dall'elezione diretta del Capo dello Stato. "E' importante che le regionali vadano bene, perché con un mandato pieno potremo lavorare bene e con serenità: per esempio per modernizzare il Paese. Magari introducendo l'elezione diretta del presidente della Repubblica o la riduzione del numero dei parlamentari".

IL CASO AGCOM - Già in mattinata il leader del Pdl aveva parlato di giustizia, processi in tv, dell'inchiesta di Trani sulle presunte pressioni per chiudere Annozero, di quella sugli appalti per il G8 e la crisi. Un intervento a tutto campo quello del premier al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto incentivi. Il Cavaliere ha parlato di Santoro e del caso Agcom, argomenti che lo inducono a lanciare un nuovo allarme sullo stato della giustizia, responsabile a suo avviso di "mettere in pericolo la democrazia". "Nell'Autorità per le comunicazioni non vince il buon senso, ma l'appartenenza politica: esattamente come nei nostri tribunali in cui non si esaminano più meriti o demeriti di qualcuno, ma si danno dei giudizi in base all'appartenenza politica dei giudici e ciò che conviene alla sinistra politicizzata della magistratura" ha spiegato il Cavaliere, annunciando, come ha già fatto in altre occasioni, che il governo si occuperà nei prossimi tre anni di "una grande e radicale riforma della giustizia". "Si è creata effettivamente una patologia nel rapporto tra politica e giustizia derivata dal particolare carattere del nostro presidente del Consiglio - ha replicato prontamente il leader del Pd, Pier Luigi Bersani -, siamo arrivati a punti di frastuono e rissa che non fanno bene: l’unica cura è che il governo faccia il suo mestiere, si occupi dei problemi del Paese, così si sistemano tante cose".

"L'UDC E' IL PEGGIO DEL PEGGIO" - Quanto alla vicenda Agcom, Berlusconi ha rivendicato il diritto di intervenire per lamentarsi di Annozero e ha riferito, nel corso di un evento pubblico in serata, che anche il presidente dell'authority, Calabrò, era d'accordo con lui. "Mi ha detto che è indegno - ha riferito il premier -, che bisognerebbe intervenire ma "non ho la maggioranza" a causa dell’"uomo dell’Udc" che si muove solo se riceve l’ordine da Casini". E a proposito dei centristi ha poi puntualizzato: "Io ero contrario a fare un accordo con l' Udc perchè ritengo che sia il peggio del peggio della vecchia politica della convenienza. Avevo posto un aut-aut chiedendo loro di far parte di un grande partito. Nel dibattito che c'è stato all'ufficio di presidenza del Pdl è prevalsa la decisione di fare accordi locali con i centristi. E vedendo la campagna elettorale che sta facendo Casini mi sa che avevo ragione io".

L'INCHIESTA DI TRANI - Soffermandosi meglio sull'inchiesta di Trani, Berlusconi ha spiegato: "I processi in tv con attori che interpretano persone che non si possono difendere sono un'ignominia che non si può tollerare in un Paese civile". E quindi "è doveroso chiedere all'Agcom di intervenire per chiedere di fermare l'ignominia delle trasmissioni di Santoro che non consentono agli accusati di difendersi" ha aggiunto, rivendicando così le sue telefonate con il consigliere Giancarlo Innocenzi. "Io ho solo cercato, in maniera corretta, di provocare un intervento doveroso della Autorità delle Comunicazioni - ha aggiunto -. Mi è stato risposto che non era possibile. Perché, al di là di ogni ipocrisia per cui queste sono autorità indipendenti, un membro nominato da un partito e che rispondeva all'Udc non faceva maggioranza con gli altri. Quindi in queste autorità non vince il buon senso ma l'appartenenza politica". Nel corso di un successivo intervento ha parlato poi dell'altro fronte emerso dalle intercettazioni, ovvero le pressioni sui vertici dell'Arma: "Ho chiamato il comandante generale dei carabinieri come qualsiasi cittadino che vede un reato e chiama i carabinieri. Io sono il presidente del Consiglio e ho chiamato il comandante". .

APPALTI G8 E CRISI - Quanto agli appalti per il G8, Berlusconi ha fatto riferimento all’ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, coinvolto nell'inchiesta: "Ricordo che non l'abbiamo nominato noi, ma il precedente governo e dato che non facciamo piazza pulita degli uomini nominati lo abbiamo lasciato al suo posto". E quanto alla crisi ha spiegato: "Ne stiamo uscendo non con estrema rapidità, ma in maniera certa. Certamente non lasceremo nessuno senza lavoro".

PRESIDENZIALISMO - Nel corso dell'intervento serale è poi tornato su alcuni dei suoi tradizionali cavalli di battaglia, come "l’elezione diretta del presidente della Repubblica e la riduzione dei parlamentari", progetti a cui il governo inizierà a lavorare subito dopo le elezioni regionali. Riforme che il Cavaliere non sembra intenzionato a condividere con l'opposizione: "Questa sinistra è rimasta indietro e non è diventata una forza socialdemocratica. Non è un interlocutore con il senso della democrazia e dello Stato". Infine una considerazione sulla sua persona: "Mi hanno detto che se gli italiani avessero modo di conoscermi tutti di persona voterebbero tutti per me. E io ci credo". E la rivelazione di avere già preparato l'epitaffio per la sua tomba: "Fu un uomo buono, giusto, dolce e forte. Ecco io mi ci riconosco completamente".

Redazione online

19 marzo 2010(ultima modifica: 20 marzo 2010)

 

 

 

 

 

IL CASO FRANCESE E NOI

L'astensione fa male a tutti

IL CASO FRANCESE E NOI

L'astensione fa male a tutti

Rinunciare al voto, disertare le urne è una tentazione ricorrente delle democrazie. La voglia di stare a casa o andare al mare, a seconda della stagione, scatta quando la politica delude, quando tutte le scelte sembrano, anche se per ragioni diverse, egualmente inutili, quando l'astensione pare il modo migliore per punire i partiti, le loro bugie e le loro promesse mancate. Nel caso delle prossime regionali la tentazione potrebbe essere rafforzata dall’esempio della Francia dove, in condizioni per certi aspetti analoghe, il 53,6% degli elettori è rimasto a casa.

Prima di seguire l'esempio francese, tuttavia, faremmo bene a riflettere su alcune considerazioni. Come osserva Roberto D’Alimonte ("Il Sole24 Ore" del 17 marzo), l'astensionismo francese è sempre stato piuttosto elevato e ha toccato nelle regionali del 2004 la percentuale del 37,9%. Il fenomeno è dovuto, oltre che a una evidente insoddisfazione per il presidente Sarkozy e il suo partito, a due motivi concorrenti. In primo luogo l'istituto della Regione è relativamente recente. Risale all' inizio degli anni Ottanta, dopo l’elezione di Mitterrand alla presidenza della Repubblica (1981), si sviluppa gradualmente durante il decennio, crea Regioni che hanno meno poteri e responsabilità di quanti ne abbiano quelle italiane; e soprattutto non ha ancora sostituito nella mente di molti francesi il concetto profondamente radicato di una Francia "una e indivisibile " dove il potere resta saldamente concentrato nei palazzi di Parigi.

In secondo luogo esiste ormai in Francia, come in tutte le vecchie democrazie, un'alta percentuale di elettori che dimostrano, al momento del voto, una sorta di agnosticismo e delegano implicitamente agli altri il compito di scegliere il governo e le amministrazioni locali. Sono pigri e politicamente "analfabeti", non necessariamente animati da sentimenti di rabbia e frustrazione per la classe politica. Ogni Paese ha la sua storia. L'Italia ha una storia di percentuali alte che solo in questi ultimi anni sono andate progressivamente calando. E ha Regioni forti che alla fine della prossima legislatura avranno probabilmente ancora più competenze e responsabilità di quante ne abbiano attualmente. Esistono altre ragioni per cui l'astensione, tutto sommato, non è una buona idea.

L’elettore che diserta le urne manifesta il suo malumore ma lancia un segnale ambiguo, senza contorni precisi, e soprattutto contribuisce comunque a un risultato che potrebbe essere molto lontano da quello delle sue preferenze abituali. Dice no alla competizione, ma verrà comunque governato nella sua regione da un partito o dall’altro. Attraversiamo un brutto periodo e abbiamo serie ragioni per essere irritati dall'indecoroso spettacolo di una classe politica che non perde occasione per fare sfoggio della sua volgarità e della sua impudenza. Ma non dovremmo dimenticare che a ogni elettore, in qualsiasi democrazia, accade molto spesso di dovere scegliere quello che rappresenta, per la sua cultura politica e i suoi interessi, il "meno peggio ". Chi va alle urne e vota per un candidato o un partito acquista il diritto di richiamare le persone prescelte all'osservanza degli impegni presi durante la campagna elettorale. Privarsi di questo diritto, soprattutto in una fase in cui le Regioni stanno diventando sempre più importanti, è perlomeno imprudente.

Sergio Romano

19 marzo 2010

 

 

 

 

 

Le reazioni alla manifestazione del Pdl a Roma

Letta: "Nel discorso di Berlusconi

ho sentito più odio che amore"

L'Idv: "C'è di che preoccuparsi. Speriamo che non mantenga le promesse, come ha sempre fatto"

ROMA - Uno dei primi a commentare la manifestazione del Pdl a Roma, e il discorso di Berlusconi che l'ha conclusa, è stato Enrico Letta. "È il mondo alla rovescia - ha detto il vicesegretario del Pd. Un governo che va in piazza e protesta contro l'opposizione, invece di parlare delle soluzioni che deve proporre per il paese. Il discorso di Berlusconi, tra l'altro, è improntato a tutto tranne che all'amore. Contenuti e tonalità sono improntati più all'odio che all'amore. Noi continuiamo a fare la nostra campagna elettorale parlando di cose concrete, di sanità di scuole, di imprese e di lavoro".

IDV: "SPERIAMO CHE NON MANTENGA LE PROMESSE" - Secondo il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, "Berlusconi è il campione del mondo di bugie. È incredibile quante sciocchezze sia stato in grado di dire in appena pochi minuti. La compilazione delle liste a Roma, i fatti di Trani, il suo amore contro il nostro presunto odio. Una serie di sciocchezze che se non fossero state dette dal capo del governo in una piazza, farebbero sorridere chiunque avesse un po' di senso dell'umorismo". "C'è davvero di che preoccuparsi. Speriamo solo che le promesse che ha fatto non le mantenga, come ha fatto negli ultimi 16 anni. Siamo preoccupati: la riforma in senso presidenziale della Costituzione, la riforma della giustizia e degli organi di garanzia come il Csm, senza neanche consultarsi con le opposizioni, è il punto di svolta verso la codificazione dell'attuale regime autoritario. L'unico modo per fermarlo e batterlo sonoramente il 28 e 29 marzo. Questa volta - conclude Belisario - è davvero in gioco la sopravvivenza della nostra democrazia"

20 marzo 2010

 

 

 

 

 

 

 

DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA A PIAZZA NAVONA

Tutti in piazza per l'acqua libera:

"Siamo in duecentomila"

In piazza con le centinaia di migliaia di persone venute da tutta Italia anche molti sindaci con fascia tricolore

ROMA - "Siamo 200mila", dicono gli organizzatori dei manifestanti del corteo contro la privatizzazione dell'acqua. Il lungo e colorato corteo dopo aver sfilato per la strade di Roma è giunto a Piazza Navona. La protesta è indetta dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua. In piazza a Roma per dire no alla gestione dell'acqua da parte di privati e multinazionali e per "riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare (per cui sono già state raccolte 400 mila firme) per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'acqua. E' la seconda manifestazione dopo quella del 2008 e si svolge in concomitanza con la Giornata mondiale dell'acqua che ogni anno l'Onu indice per il 22 marzo.

"Acqua libera"

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SLOGAN - "Ripubblicizzare l'acqua, difendere i beni comuni". È questo lo slogan dello striscione che apre il corte del "popolo dell'acqua" sceso in piazza, dopo una settimana di azioni simboliche fatte per la città, per ribadire la propria contrarietà alla privatizzazione dell'acqua. Alcune migliaia di persone stanno percorrendo via Cavour diretti a piazza Navona. "L'acqua è un bene comune", "Fuori l'acqua dal mercato, fuori i profitti dall'acqua", "Liberami dalle multinazionali", "Acqua generosa gratuita, oggi ed ora ristoraci ancora", "Ce la vogliono dare a bere", "Sono un portatore d'acqua", "L'acqua è vita non è merce", "Acqua e terra beni comuni. Ribellarsi è giusto", "Chi controlla l'acqua controlla la vita", "Acqua pubblica senza se e senza Spa".: sono questi alcuni degli slogan che i manifestanti hanno scelto per la loro protesta. Al passaggio su via Cavour, il corteo ha ricevuto la solidarietà di alcuni studenti che hanno affisso alcuni striscioni tra cui una grande bandiera palestinese. In testa al lungo e colorato serpentone di persone, i sindaci di diversi Comuni d'Italia con la fascia tricolore e gli stendardi delle città tra cui Gubbio e Grotte. Molti gli sfottò personali organizzati dai manifestanti: qualcuno è mascherato da clown e balla a ritmo dei tamburi; qualcun altro è dipinto in volto come una goccia; qualcuno ha scelto un ombrello capovolto infilato in un boccione d'acqua. Intanto, in mezzo al corteo, un camion con dipinto un mappamondo gigante con un rubinetto con la scritta "l'acqua è di tutti, non si vende".

FASCE TRICOLORE - Sono tante anche le fasce tricolore che spuntano qua e là nel corteo perchè i sindaci hanno partecipato numerosi. "Gli enti locali, sia amministrati dal centrodestra che dal centrosinistra, sono al nostro fianco -spiega infatti Carsetti- perchè hanno capito che vengono espropriati anche loro di una importante competenza sancita dalla Costituzione". Il segretario del Forum fa poi notare che questa è la prima volta che "la questura e il Comune di Roma danno il via libera a due manifestazioni nazionali nello stesso giorno" e rimarca che "il Forum dei movimenti per l'acqua ha 'prenotatò il percorso del corteo sicuramente molto prima del Pdl".

La locandina della manifestazione

La locandina della manifestazione

IL CORTEO - Insieme al Forum italiano dei movimenti per l'acqua, principale promotore, sono in piazza le associazioni sociali, sportive, ambientaliste, di consumatori, di professionisti, religiose e laiche: dall'Arci, alle Acli, a Legambiente, al Wwf, ad Attac, a Rete lilliput, a Libera, a Pax Christi, ad Emmaus, a Federcasalinghe, fino al Movimento consumatori, ai Geologi nel mondo e ai sindacati. Senza dimenticare i politici. Al corteo presenti anche bandiere della pace, di Rifondazione Comunista, dei Cobas e di Sel. "Si scrive acqua ma si legge democrazia" sarà uno degli slogan dell'iniziativa, nata per protestare contro il decreto Ronchi dello scorso novembre sulla privatizzazione e l'affidamento alle multinazionali dell gestione dell'acqua, ma anche per continuare a promuovere tre referendum abrogativi delle norme fin qui approvate.

Redazione online

20 marzo 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

20 marzo 2010

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-03-21

Il centrodestra polemizza con la Questura che ridimensiona i presenti in piazza San Giovanni

Il premier: "Ognuno dà le cifre che vuole. Io capopolo? Perché no?"

Berlusconi: no a confronti con Bersani

E il Pdl apre la "guerra dei numeri"

Cicchitto attacca. Anfp e Sap: "Critiche infondate, è questo il senso dello Stato di certi politici"

Orlando (Idv): "Regaliamo loro un pallottoliere". Bonelli: "Il Cavaliere ha dato numeri che gli parevano"

Berlusconi: no a confronti con Bersani E il Pdl apre la "guerra dei numeri"

ROMA - Continuano anche a 24 ore di distanza le polemiche sul numero dei partecipanti alla manifestazione del Pdl ieri a San Giovanni. A riaprire la discussione è il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, che si scaglia contro la Questura di Roma: "Siamo francamente stupefatti dal numero delle presenza che ha dato. Quando la piazza è strapiena, il numero dei presenti è molto più vicino alla cifra affermata dall'on. Verdini (un milione ndr) che a quella indicata dalla Questura, che, dando il numero di 150mila, ha perso di credibilità". Ma il premier Berlusconi, a Bologna per una conferenza stampa, frena: "In queste manifestazioni tutti danno numeri che fa comodo dare, io non voglio entrare nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e la qualità di queste persone, mi ha riscaldato il cuore". E rimanda al mittente ogni invito a un confronto televisivo: "Non mi sembra il momento".

Sondaggi. A Bologna Berlusconi sottolinea con orgoglio di godere di un amplissimo consenso, al di là della piazza di ieri: "A chi parla di un mio declino, dico solo che dopo le elezioni avevo il 68% del consenso, adesso sono sceso al 61%, mentre Sarkozy è al 32%, la Merkel al 40% e Obama al 42%: io sono il recordman delle democrazie occidentali, come si può pensare che un leader al 61% sia in declino?". E aggiunge, replicando alla definizione di 'capopolo' attribuitagli dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani: "Non mi spiace di essere definito 'capo popolo'. Il Pdl è nato dalla gente, dal basso e non è stato creato dalle strutture dei partiti". E a Bersani dice ancora: "Non credo opportuno arrivare ad un confronto televisivo con il capo dell'opposizione, perché le sue dichiarazioni quotidiane nei nostri confronti ci hanno fatto perdere fiducia che si possa arrivare ad un interscambio produttivo e basato sulla realtà". E se non si va in tv con Bersani, ovvio che la prospettiva di un dialogo con l'opposizione sia poco più di una chimera: "Per come si sono svolte le cose negli ultimi due anni non ci credo".

 

Cicchitto attacca la Questura. Cicchitto è invece netto nel criticare le stime delle forze dell'ordine; "Ciò lo diciamo al netto del fatto - prosegue il capogruppo Pdl alla Camera - che noi abbiamo sempre difeso le ragioni delle forze dell'ordine, ma evidentemente, non solo da ciò che è avvenuto ieri, ricaviamo l'impressione che alla Questura di Roma c'è qualcosa che non funziona". Più cauto sui numeri il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che pur affermando che "con la manifestazione del Pdl di ieri in piazza San Giovanni a Roma abbiamo invertito l'ordine dei fattori sia per quanto riguarda la considerazione della gente verso il partito, sia per quanto riguarda la campagna elettorale nei prossimi giorni", si limita a sostenere che "sono serviti coloro che pensavano che il Pdl non fosse un partito organizzatissimo. In sette giorni, centinaia di migliaia di persone in periodo di campagna elettorale, solo noi potevamo riuscire a portarle in piazza". La Russa evita pertanto di citare un numero preciso. E del resto ieri lo stesso premier Berlusconi si è rivolto agli organizzatori per capire qual era il numero esatto di manifestanti presenti nella piazza.

La replica dei sindacati di polizia. E ancora più netta la replica dell'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp): "Le infondate critiche provenienti dall'onorevole Fabrizio Cicchitto ed il fine humor del senatore Maurizio Gasparri sulla professionalità della questura di Roma e di chi la dirige (Gasparri ha parlato di "cifre false", scagliandosi contro il questore, ndr), in merito alla stima dei partecipanti alla manifestazione di ieri in piazza San Giovanni, danno la misura del senso dello Stato e della coerenza di certi politici". In difesa della polizia anche il sindacato interno Sap: "Ognuno deve fare il proprio mestiere.

La questura fa il suo e i dati sui manifestanti di piazza s.Giovanni rappresentano la realtà dei fatti, sicuramente erano qualcosa in meno e non in più".

Bossi. "Ieri a Roma c'era solo la gente di Berlusconi. La Lega non si è impegnata a inviare perché avevamo raggiunto un accordo". Umberto Bossi, dopo gli appalusi raccolti ieri dal palco di piazza San Giovanni, torna a commentare la manifestazione. "Se la casa delle libertà e la lega avessero voluto mandare davvero tanti uomini non sarebbero bastate le piazze di Roma a tenerli. Io ne ho tenuti in disparte qualcosa come una decina di milioni, l'altra volta ne avevamo mandati sei".

Idv: "Serve un pallottoliere". Dura la replica del portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando: "Se danno i numeri, regaliamo noi un pallottoliere agli esponenti del Pdl. Evidentemente i parlamentari azzurri devono avere problemi con la matematica che non è un'opinione. Bastava dare un'occhiata alla panoramica dall'alto della piazza, per capire quanto pochi fossero, come ha affermato la questura, i partecipanti alla manifestazione di ieri". Non avevamo dubbi: berlusconi ha sempre dato i numeri che gli facevano più comodo ed è per questa ragione che il paese è allo sfascio. Non c'è da meravigliarsi che dia i numeri anche sulla manifestazione di ieri" dice il presidente nazionale dei verdi Angelo Bonelli.

Polemiche sul "giuramento". Ma suscita polemiche anche il 'giuramento' dei candidati del centrodestra prestato ieri in piazza San Giovanni, al termine della manifestazione. "Se si deve giurare su qualcosa - ha aggiunto Zingaretti a margine della maratona di Roma - casomai sulla Costituzione e non su un testo di parte. E' la Costituzione che deve essere rispettata".

(21 marzo 2010)

 

 

 

 

 

2010-03-20

Pdl in piazza, premier contro sinistra e pm

"Difendiamo diritto a non essere spiati"

Il Pld in piazza a Roma. Dal palco ha parlato il premier Silvio Berlusconi: "Siamo qui per affermare il nostro diritto a non essere spiati". Durissimo attacco alla sinistra "ammanettata a Di Pietro" e ai pm, che "hanno cercato di distruggere il miracolo in Abruzzo". Al suo fianco sul palco il leader della Lega, Umberto Bossi: con lui "un'alleanza senza contrasti", ha sottolineato il premier. "Nel Lazio vinceremo grazie a Renata Polverini: hanno fatto di tutto per scendere in campo da soli, ma alla fine la vittoria sarà nostra". Secondo gli organizzatori, la partecipazione ha superato "il milione di persone". Ma Luigi Zanda (Pd) non ci sta: "Cifre che non stanno né in cielo né in terra. Piazza dimezzata dalle transenne: non più di 100mila in tutto". Tra i tricolori e le bandiere del partito, tanti gli striscioni contro la candidata del Pd alla regione Lazio, Emma Bonino, l'ex governatore Piero Marrazzo, i giudici, il conduttore Michele Santoro e il leader Idv Antonio Di Pietro.

18:43 Casini: "Berlusconi non è stato votato per organizzare feste"

"Un milione di partecipanti? Berlusconi è un uomo imbattibile nell'organizzazione di eventi, manifestazioni e feste''. Questo il commento di Pierferdinando Casini, leader dell'Udc, a margine di un incontro elettorale a Belluno, sull'esito della manifestazione del Pdl a Roma. ''Il problema vero è capire se gli italiani lo hanno votato per questo o per risolvere i problemi", ha aggiunto Casini.

18:39 Stumpo (Pd): "Il milione di Verdini è un parto della fantasia"

''Il milione di Verdini è come quello del signor Bonaventura, un parto della fantasia''. Lo afferma Nico Stumpo, responsabile organizzativo del Pd. "Basta guardare le immagini su Sky per rendersi conto di quanta è stata ristretta la piazza con i gazebo e le torrette. Per fare un calcolo basta andare su Google Heart e misurare metro per metro gli spazi, si capisce così che il milione è solo nella fantasia di Verdini. Siamo lontani e di tantissimo''.

18:24 Il giuramento all'unisono e la canzone: "Meno male che Silvio c'è"

Dal palco Berlusconi e i candidati Pdl hanno letto in coro il testo del "Patto per l'Italia", promettendo di rispettarne i punti. Poi la canzone: "Presidente siamo con te, meno male che Silvio c'è".

18:23 Zanda: "Da premier comizio da capopopolo"

"Un comizio da capopopolo, non da leader politico e men che meno da premier. In una piazza lontanissima dai numeri annunciati. Avevano parlato di un milione sui loro giornali, prima ancora che partissero i pullman per Roma, e ora insistono su cifre che non stanno né in cielo né in terra", ha aggiunto Zanda.

18:21 Zanda: "Transenne dimezzavano la piazza, neanche 100mila persone"

E' Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori Pd, a rilevare che "la piazza è stata transennata fino a ridurla a metà della sua dimensione reale: se anche ci fossero quattro persone a metro quadrato, densità praticamente impossibile, saremmo ancora ben lontani dalle centomila persone".

18:17 Berlusconi: "Sarà riscatto della verità e della libertà"

Da qui al giorno delle elezioni regionali "ci aspettano i giorni del riscatto per la verità e la libertà. Per ricominciare a sognare liberi da attacchi. Bisogna votare pensando al futuro del Paese", ha detto Berlusconi. "La sinistra ha fatto di tutto per correre da sola, ma alla fine la vittoria sarà nostra", ha aggiunto.

18:08 Letta (Pd): "Va in scena il mondo alla rovescia"

"Oggi va in scena il mondo alla rovescia: un governo che va in piazza e protesta contro l'opposizione, invece di parlare delle soluzioni che deve proporre per il paese". Così Enrico Letta, vicesegretario del Pd a Lecco. "Il discorso di Berlusconi, tra l'altro, è improntato a tutto tranne che all'amore. Contenuti e tonalità sono improntati più all'odio che all'amore. Noi continuiamo a fare la nostra campagna elettorale parlando di cose concrete, di sanità, di scuole, di imprese e di lavoro".

18:06 Berlusconi: "Viva la libertà e il governo del fare"

"Realizzeremo la religione della libertà: viva l'Italia, viva la libertà, viva il governo del fare e il Popolo della Libertà", così il premier ha concluso il suo discorso. Poi Berlusconi ha chiamato sul palco uno a uno tutti i candidati del Pdl alle elezioni regionali.

18:03 Berlusconi: "Ci hanno escluso a Roma e Milano, non è un caso"

"Con l'esclusione della nostra lista da Roma e Provincia al danno si è unita la beffa", ha detto. "La sinistra e i magistrati comunisti, con l'aiuto della stampa, purtroppo non solo quella loro, hanno cercato di far credere che c'e' stato un nostro errore". "Non è vero - ha aggiunto - i nostri rapresentanti, che non hanno colpa e responsabilità, erano lì all'orario prestabilito. Guarda caso ci escludono nelle città più importanti, Roma e Milano, guarda caso perché non è un caso".

18:02 Il premier: "Nel Lazio vinceremo lo stesso grazie a Polverini"

"Nel Lazio vinceremo lo stesso grazie alla candidata Renata Polverini", ha detto il premier, riferendosi all'esclusione della lista Pdl nel Lazio. "Dobbiamo essere grati a Renata Polverini e ai militanti di Roma che senza una lista di riferimento stanno lavorando: il loro impegno verrà premiato, come è giusto che sia".

17:56 Berlusconi sul palco con Bossi

Sul palco con Silvio Berlusconi è salito il leader della Lega Nord Umberto Bossi. "La nostra alleanza ha sempre tenuto, Umberto è uomo di grande misura e grande lealtà. Non c'è mai stato un episodio sul quale non siamo stati d'accordo. Ha gli stessi principi e gli stessi valori che abbiamo noi", ha detto il premier, che lo ha definito "un amico a cui sono legato da profondo affetto".

17:52 Berlusconi: "Sinistra basa la sua campagna elettorale sulle inchieste"

"L'ultimo atto della sinistra giustizialista è il più ridicolo. Hanno ascoltato per mesi le mie telefonate facendo intercettazioni così casuali che erano 18 su di me e 150 su ministri e parlamentari. Intercettazioni fatte con soldi pubblici che potevano benissimo essere risparmiati perché contengono cose che ho sempre detto in pubblico", ha detto il presidente del Consiglio. La sinistra, ha aggiunto, "basa la sua campagna elettorare soltanto sulle inchieste dei giudici".

17:41 Le domande del premier

Dal palco il premier ha posto alla folla una valagna di domande: Volete di nuovo al potere una sinistra che rimetterebbe subito l'ici? Volete una sinistra che aumenterebbe le tasse? Che metterebbe una imposta patrimoniale su tutto? Volete una sinistra che farebbe la felicità delle banche? Volete che la sinistra metta ancora le mani nelle vostre tasse? Volete le intercettazioni su tutto e su tutti? Volete essere spiati anche in casa vostra? Volete una sinistra che apra le porte a tutti gli immigrati? Volete una sinistra che fa i processi farsa alla televisione?". E poi, ai manifestanti che hanno risposto "no", "mi pare che avete studiato molto bene".

17:37 L'attacco a sinistra e pm

Poi l'attacco alla sinistra "ammanettata a Di Pietro" e ai pm, che sono "persino peggio di loro" e hanno tentato di "distruggere il miracolo compiuto in Abruzzo". "La sinistra sa soltanto dire no, non ha mai imparato cosa significa essere una opposizione seria", ha detto Berlusconi.

17:33 Il premier: "Affermiamo il diritto a non essere spiati"

"Siamo qui per difendere il nostro diritto a non essere spiati", ha detto il premier.

17:31 Berlusconi: "Cambieremo il paese con l'energia del consenso"

"Cambieremo questo paese con la forza del consenso e l'energia di tutti gli italiani che vogliono restare liberi", ha aggiunto il premier. "Noi scendiamo in piazza raramente...", ha detto Berlusconi, interrotto da un coro da stadio. "Ma, come dicono a Roma, quando ci vuole ci vuole".

17:28 Berlusconi: "Siamo tanti, tantissimi e vogliamo la libertà"

"Siamo tanti, siamo tantissimi, le donne e gli uomini che amano la libertà e vogliono restare liberi", ha detto Berlusconi. "Siamo la prima, la maggiore forza politica del paese. Un governo che si avvia ad abbattere di nuovo ogni record di durata e produttività".

17:26 Silvio Berlusconi sul palco

Sulle note dell'inno di Mameli, Silvio Berlusconi ha fatto il suo ingresso sul palco di piazza S. Giovanni

17:23 Slogan contro pm e "toghe rosse"

"Tribunale vinciamo uguale" o anche "Pm giù le mani dal presidente". Sono alcuni degli slogan lanciati dai manifestanti del Popolo della Libertà. Due sono le categorie di magistrati particolarmente invise ai militanti: da una parte i giudici amministrativi 'colpevoli' di aver bloccato la presentazione della lista provinciale del PdL Roma. Dall'altra i pubblici ministeri stigmatizzati per quello che i militanti ritengono un accanimento contro il presidente del Consiglio.

17:20 Bossi arrivato a piazza S. Giovanni

Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, è arrivato da pochi minuti a piazza S.Giovanni. Ora si attende il premier Silvio Berlusconi.

17:16 In piazza tricolore lungo 520 metri

E' arrivato a Piazza San Giovanni lo striscione tricolore di 520 metri realizzato per iniziativa del senatore Pdl Filippo Berselli. A sorreggerlo un centinaio di manifestanti del Pdl.

17:09 L'annuncio: "Abbiamo superato il milione"

"Abbiamo abbondantemente superato il milione": questo il dato annunciato dal palco dal coordinatore del Pdl Denis Verdini. "Guardatevi e non lasciatevi raccontare altri numeri". Dalle immagini dall'alto, tuttavia, non mancano alcuni spazi vuoti.

17:02 La Russa: "Troppa grazia Sant'Antonio"

"E meno male che dicevano che non sarebbe arrivato nessuno. Troppa grazia Sant'Antonio...". Ignazio La Russa manifesta così la sua soddisfazione per l'arrivo delle persone a San Giovanni. La piazza, leggermente ridimensionata dalle transenne, è piena di bandiere del Pdl. Ancora nessun dato ufficiale sul numero delle presenze, ma gli organizzatori più volte dal palco si sono detti entusiasti per l'arrivo di così tanti partecipanti.

16:56 Capezzone: "Aspettiamo a comunicare le cifre"

Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, preferisce per il momento non dare ancora alcuna cifra sulla partecipazione. Nel mentre ha fatto il suo accesso nel retropalco anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che con una battuta ha liquidato i giornalisti: "Addio".

16:42 Insulti e fischi contro magliette viola alle finestre

Un coro di fischi e insulti come "Buttati di sotto" sono stati lanciati dai manifestanti del Pdl contro un residente in via Labicana che, provocatoriamente, sta assistendo alla manifestazione esponendo dalla finestra una maglietta viola, simbolo delle proteste contro il presidente del Consiglio.

16:41 Slogan contro Santoro e Annozero

Tra gli slogan più gettonati quelli contro Michele Santoro e la sua trasmissione Annozero.

16:35 In piazza anche il sindacato dei tassisti

"Dal Circo Massimo di Roma il direttivo nazionale della Ciisa-Taxi sfila insieme a tutto il Pdl per affermare la libertà di espressione del voto": è quanto affermano in una nota congiunta il segretario nazionale della Ciisa-Taxi, Stefano Summa, e il consigliere comunale del Pdl, Federico Rocca.

16:32 Passerella dei ministri. La Russa in versione speker

La Russa, in versione speaker, ha salutato i ministri e li ha presentati alla folla uno ad uno, commentando le immagini del loro ingresso alla testa del corteo. Un saluto speciale per il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che - incinta - non è potuta essere presente. "Non ha ancora partorito - ha detto La Russa - ma non è detto che se le facciamo un grande applauso non partorisca oggi. Se nasce oggi ed è maschio lo chiamiamo Giovanni come questa piazza".

16:28 Pd: "Dalla piazza solo insulti"

"Gli slogan e gli striscioni esposti alla manifestazione del Pdl mostrano un clima non certo sereno e, meno che mai, ispirato da sentimenti positivi verso il paese. Lo diciamo nel rispetto di questa come di altre manifestazioni. E' però chiaro che accusare gli avversari politici di essere 'ladri di voti' o, peggio, 'anti italiani' non è solo ingiusto, ma è anche sbagliato". Lo ha detto Stefano Di Traglia, responsabile Comunicazione del Pd.

16:25 Cortei arrivano a S. Giovanni sulle note di Star Wars

La Big Band di Demo Morselli ha accolto i manifestanti dei due cortei del Pdl sulle note della musica di Star Wars. La Russa ha annunciato che tutto il governo, "maschi e femmine, sono sotto il palco". Nel momento in cui è giunta nella piazza la candidata Polverini dal palco è partita di Lucio Battisti, "Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi". Subito dopo la banda dal palco ha suonato l'Inno Nazionale.

16:22 La Russa: "Il lato quantitativo non ci preoccupa"

"Il lato quantitativo non ci preoccupa" perché "questa piazza la strariempiamo al di là di ogni previsione". Lo ha detto il ministro La Russa arrivato in piazza S. Giovanni. Tuttavia, per il ministro "conta la qualità. Il nostro è un corteo senza odio" nonostante "una campagna in cui la sinistra ci ha vietato di parlare dei progetti e ha usato scorciatoie gossippare e giudiziarie".

16:18 Verdini: "La piazza è piena, i numeri non ce li faremo raccontare"

Il corteo partito da Circo Massimo è arrivato a piazza San Giovanni, salutato dal coordinatore del Pdl Verdini e dal vicepresidente della Camera Lupi. "Tra un po' inizierà il gioco dei numeri - ha detto Verdini - a voi e a noi i numeri non ce li racconta nessuno. La piazza è già piena".

16:14 Banda intona "Faccetta nera"

Una delle bande musicali che accompagnano la manifestazione ha intonato un passaggio di "Faccetta nera", canzone tradizionale del ventennio, seguita da alcuni dei presenti che hanno cantato una serie di strofe della canzone. Un manifestante sta invece sfilando con il vessillo della "X Mas", uno dei reparti dell'esercito repubblichino.

16:10 Il corteo a pochi minuti da San Giovanni

Alla fine di via Merulana la testa del corteo del Pdl tra pochi minuti giungerà in piazza San Giovanni. Qualche romano presente nel corteo ha deciso di ''tagliare'' percorrendo via di San Giovanni in Laterano.

16:07 Attimi di tensione tra esponente Promotori della libertà e servizio ordine

Attimi di tensione tra un esponente dei Promotori della libertà e il servizio d'ordine del corteo dei Colli Albani. E' volata qualche parola grossa e sono intervenuti i vigili urbani; poi l'esponente dei Promotori ha spiegato che voleva solo accelerare lo spostamento per poter giungere sotto il palco.

16:01 Manifesti Bonino-Marrazzo: "Ti puoi fidare?"

"Ti puoi fidare?": il motto, a parte il punto interrogativo, ricorda quello della candidata del Pd Emma Bonino, anche il caschetto biondo fa pensare a lei, ma la faccia è quella dell'ex governatore Marrazzo. È il manifesto che tappezza gran parte dei muri lungo via Appia Nuova. Molti i cori che si riferiscono all'esclusione della lista del Pdl dalla provincia di Roma per le regionali, tra cui: "Ladri di voti, voi siete ladri di voti".

15:57 I cartelli: "Sempre con te Silvio, con il sole in tasca"

In attesa dell'arrivo dei due cortei, a San Giovanni i manifestanti alzano i cartelli. "Non votiamo chi non voleva farci votare", "I giudici non vanno mai in galera", "Sempre con te, Silvio. Con il sole in tasca".

15:53 Verdini: "Lettera ad abruzzesi era solo un invito"

"Il mio mestiere e il mio compito è quello di organizzare e soprattutto di riempire le piazze come questa. La mia lettera ai dirigenti del nostro partito in Abruzzo voleva essere solo un sollecito, un invito a mobilitarsi per garantire qui in piazza una grande presenza. E come si può vedere, in tanti hanno risposto spontaneamente". Così Denis Verdini ha replicato al governatore abruzzese Gianni Chiodi

15:50 Ronchi: "A Roma due piazze, la nostra sincera, l'altra bugiarda"

Il ministro delle politiche Ue, Andrea Ronchi, autore del ddl che ha cambia le regole sull'acqua pubblica, attacca il corteo che sta sfilando in queste ore a Roma contro la privatizzazione dell'acqua: "Oggi ci sono due piazze - ha detto sfilando al corteo del Pdl - la nostra costruita sulla serenità e l'altra costruita sulla bugia".

15:46 La colonna sonora: slogan, Battiato e Battisti

Oltre alla musica dal vivo i camion attrezzati con altoparlanti diffondono le note di alcuni musicisti mito della destra, come Franco Battiato e Lucio Battisti, ma anche dell'ex consigliere comunale di sinistra Ligabue. Quando la musica si ferma, però, c'è spazio per slogan come "Chi non salta comunista è" e "Bonino, Bonino, vattene via".

15:43 Cuscini e tende rosse: da corteo fischi e sfottò

Mentre il corteo si avvicinava a Ponte Lungo, una signora ha sventolato una tenda rossa ed è stata subissata di fischi. Poco dopo, altri condomini hanno tirato fuori cuscini, magliette e tovaglie rosse, ricevendo gli stessi sfottò da parte dei manifestanti. Due ragazze hanno esposto un manifesto rosso con la scritta "Libero pensiero in libero Stato" e un gruppo di tre giovani all'ultimo piano ha srotolato un asciugamano, sempre rosso, con l'immagine del noto personaggio dei cartoni animati Hello Kitty. La reazione dei manifestanti è stata immediata: fischi, cori e applausi ironici.

15:36 Bandiere rosse dai balconi sfidano il corteo di Colli Albani

Duello di bandiere dai balconi durante il corteo partito da Colli Albani. Mentre da alcune finestre compaiono vessilli del Popolo della libertà, da altre spuntano delle bandiere rosse. Numerosi gli slogan che partono dai giovani del Pdl, che guardando alle finestre colorate di rosso fanno partire uno "Scemi, scemi" e un "Cambia le tende", fino a commentare: "C'è un altro straccetto" quando vedono un'altra bandiera rossa.

15:33 Srotolato tricolore di 50 metri

Un tricolore lungo quasi 50 metri è stato srotolato in piazza di Porta Capena, al Circo Massimo, dai manifestanti in piazza con il Pdl. Il corteo è partito da Via delle Terme di Caracalla e sta raggiungendo adesso il Colosseo tra lo sventolio di centinaia di bandiere tricolore e del Popolo della Libertà.

15:27 Gli striscioni verso San Giovanni

Striscione del Popolo della vita contro Emma Bonino: "Droga, aborto e eutanasia, emma bonino vattene via". C'è poi lo slogan del Pdl del Veneto: "Noi con Berlusconi, voi con i magistrati"

15:26 Brunetta: "Tutto il governo per Pdl e libertà"

"C'è tutto il governo per Renata Polverini e per la libertà". Lo ha detto il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, che sta partecipando, in prima linea, al corteo del Pdl.

15:23 Corteo Colli Albani: critiche a Bonino e sfottò per Milioni

"Di Pietro Bonino Bersani, da sempre anti italiani e fuori dai coglioni". "Noi la Bonino non la vogliamo". "La vostra arroganza non vincerà. L'Italia vuole libertà". Questi alcuni cori intonati dai partecipanti al corteo del Pdl partito da piazza Colli Albani e che si trova ora su via Appia Nuova. Uno striscione nrecita: "Prenderemo Milioni di voti", con la parola milioni in rosso riferendosi al presidente del Municipio XIX protagonista della vicenda della lista romana. Più silenzioso invece il corteo del Circo Massimo.

15:21 L'attesa dei militanti a piazza San Giovanni

Tutto è pronto a piazza San Giovanni dove tra circa due ore è atteso l'intervento del premier. Sul prato militanti e simpatizzanti del Popolo della libertà indossano magliette e felpe con la scritta "L'amore vince sempre sull'odio e sull'invidia" e "Rialzati Italia".

15:17 Bondi: "Presidenzialismo è ritorno alle origini della Costituzione"

"Fare una riforma presidenzialista significa tornare alle origini della nostra costituzione". Lo sostiene il ministro della cultura Sandro Bondi al corteo di Circo Massimo. Quanto alla manifestazione Bondi ha detto: "è un'espressione democratica intesa a rafforzare la democrazia e a illustrare le nostre ragioni".

15:15 In corteo con Meloni i 12 candidati alle regionali

Striscioni per il corteo del Pdl che è partito da Colli Albani e percorrerà via Appia Nuova. In testa al 'serpentone' il ministro della gioventù, Giorgia Meloni, in perfetta tenuta da manifestazione con tanto di altoparlante in mano e i dodici candidati governatori del Pdl alle regionali.

15:11 Idv: "Abruzzesi in piazza porteranno pomodori"

"Verdini ha chiesto agli abruzzesi di venire a Roma a ringraziare l'operato del governo. E' sicuro che gli conviene? La consegna delle case procede a rilento, molto più che in occasione di altre calamità, e gli impenditori collusi con Balducci e la protezione civile forse hanno riso fino a qualche settimana fa". Il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, commenta così la lettera del coordinatore del Pdl Denis Verdini.

15:08 Alemanno: "In piazza per dare slancio a presidenzialismo"

"Mi auguro che la mobilitazione di oggi possa servire a dare una spinta forte alla riforma presidenziale". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

15:05 In testa lo striscione: "L'amore vince sempre sull'odio"

Dietro lo striscione di apertura - "L'amore vince sempre sull'odio" - ci sono, tra gli altri, la Polverini, Alemanno, Ronchi, Cicchitto, Prestigiacomo, La Russa e Brunetta. Il corteo si sta muovendo sulle note di "Happy Days" e Lucio Battisti.

14:57 Corteo in via dei Fori Imperiali, sfilano le donne Pdl

Dal Circo Massimo uno dei due cortei è ora in via dei Fori Imperiali. Dietro la Polverini e gli altri esponenti, ci sono le donne del Pdl coordinate di Isabella Rauti. "Mantenete i ranghi", ordina la Rauti al megafono.

14:56 Polverini: "Partecipazione oltre le mie aspettative"

"C'è una partecipazione che va oltre le mie aspettative, questo vuol dire che c'è voglia di andare al voto e votare Renata Polverini nel Lazio". Lo ha detto la candidata stessa all'inizio della manifestazione.

14:54 Striscioni contro Bonino e Marrazzo

Tra gli striscioni alcuni contro la candidata Pd al Lazio, Emma Bonino. Uno su tutti: "Salva la vita a un bambino e marcia contro la Bonino", firmato Movimento Europa Sociale. Un altro recita: "Marrazzo e Bonino, stessa gente, stesso declino". O ancora: "Ieri Marrazzo domani Bonino, no alla regione casino", e "Con Marrazzo, Bonino e Bersani, la regione in trans".

14:52 Polverini guida il corteo dal Circo Massimo

E' partito il corteo dal Circo Massimo. In testa c'è la candidata Pdl al Lazio, Renata Polverini, circondata dagli esponenti del Pdl. Tra loro Gasparri, Alfano, Alemanno, La Russa, Prestigiacomo, Brambilla, Santanché.

14:49 In partenza il corteo da Colli Albani

In largo Colli Albani c'è il ministro della Gioventù e presidente nazionale della Giovane Italia, Giorgia Meloni che, con tanto di megafono, sta coordinando gli ultimi preparativi del corteo.

14:47 La bozza del discorso di Berlusconi: una trentina di cartelle

Una trentina di cartelle: è lunga tanto la bozza del discorso che Berlusconi farà alla piazza.

14:35 Gli slogan e gli striscioni al Circo Massimo

Due stiscioni del Popolo di Roma: "Rivoluzione in corso", e "Roma rinasce", con una gigantografia di Alemanno. Bandiere e slogan del Popolo della vita contro Di Pietro: "Di Pietro cialtrone", con le tre lettere "cia" in rosso. Su un pullman a due piani un enorme stendardo con la scritta: "Vincere!".

14:33 Giovani si scambiano il saluto romano

Tra i manifestanti al Circo Massimo ci sono diversi giovani che si salutano con il saluto romano, vale a dire con l'avanbraccio destro alzato.

14:26 Il raduno al Circo Massimo

Al Circo Massino si sono radunate alcune migliaia di persone. Ad aprire il corteo sarà lo striscione: "La forza dell'identità non si ferma. Vota Renata Polverini". Molti i tricolori, le bandiere del Pdl e quelle del Popolo di Roma. Sono presenti Alemanno, Ronchi e Cicchitto. Il camion che guiderà il corteo mette della musica tra cui canzoni di Vasco Rossi e Antonello Venditti.

14:21 Giovani Pdl: "Vittoria contro i tarocchi d'Italia"

"Contro bari, illusionisti, fattucchiere prevediamo un futuro di vittoria". E' quello che i giovani del Pdl leggono nei loro "tarocchi d'Italia", preparati per il corteo che da Colli Albani confluirà a piazza San Giovanni per il comizio di Berlusconi. La previsione è stata messa nero su bianco su uno stendardo sollevato da palloncini azzurri, nel quale sono state disegnate delle carte che raffigurano alcuni personaggi legati a dei simboli: Di Pietro, "il matto"; Bonino, "la morte"; Borsellino, "la giustizia"; il popolo, "il giudizio". Altri "tarocchi" sono disegnati su dei cartelli, dove, ad esempio, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso simboleggia "il carro".

14:17 Pdl, Napoli: "Ma D'Alema non era presidenzialista"

"D'Alema rovescia secchiate di sarcasmo contro il premier e la maggioranza colpevoli, dice, di volere il presidenzialismo. Ma D'Alema non era presidenzialista ai tempi della Bicamerale? Vero è che si è poi riconvertito al premierato, è stato per il doppio turno e il maggioritario, poi per il proporzionale con sbarramento. D'Alema è un uomo 'indeciso a tutto', nella speranza di rimanere a galla". E' l'attacco del vicepresidente dei deputati PdL, Osvaldo Napoli.

14:11 Polverini: "Ci sono tutte le condizioni per vincere"

"Ci sono tutte le condizioni per vincere, ne sono convinta". E' quanto ha affermato la candidata del Pdl alla presidenza del Lazio Renata Polverini. "Oggi - ha detto - dobbiamo dare un messaggio rassicurante, di un popolo di centro destra che vuole governare per cambiare le cose". "Malgrado tutto quello che è successo noi non siamo persone sempre arrabbiate", ha aggiunto.

14:09 Lo striscione: "L'amore vince sempre sull'odio"

"L'amore vince sempre sull'odio": è uno tra gli striscioni che sfilerà nel corteo che si appresta a partire dal Circo Massimo per giungere a San Giovanni. Striscione voluto da Isabella Rauti e dalle donne del Pdl, tra cui la parlamentare Barbara Saltamartini. Tra gli altri slogan eloquente quello che dice: "La forza dell'identità non si ferma per Renata Polverini presidente". Migliaia le bandiere - si parla di 5.000 - distribuite ai manifestanti che stanno giungendo con i pullman: almeno trenta quelli attesi.

14:07 Pdl: "No a censura preventiva del discorso del premier"

"Spero che il centrosinistra, a cominciare da D'Aema e Bersani, si renda conto che tentare di esercitare una censura preventiva sul discorso del presidente Berlusconi a piazza S. Giovanni non è certo da paese normale e da opposizione responsabile". E' quanto ha dichiarato il vicepresidente dei deputati del Pdl Carmelo Briguglio.

14:04 D'Alema: "Berlusconi? Dopo certe parole spero in antidoping"

"Adesso che Berlusconi ha detto che lui sta per vincere le elezioni, anche qui, sarà tutto più frizzante. Speriamo gli abbiano fatto l'antidoping dopo queste dichiarazioni". Lo ha detto, sorridendo, Massimo D'Alema rispondendo ai giornalisti, a Firenze nella sede del Pd toscano.

13:57 Gli slogan: "Si cambierà in nome del popolo sovrano"

I manifestanti stanno iniziando a confluire a piazza San Giovanni. Il grande palco si trova alla sinistra della Chiesa, intorno ci sono 13 gazebo bianchi con nomi della regioni. Due maxischermi sono stati collocati al centro della piazza. E mentre l'orchestra sta facendo le prove, nella piazza campeggiano le bandiere del Pdl, distribuite nei banchetti. Insieme ai palloncini tricolore per la lista Polverini, c'è un grosso pallone con la scritta: "Si cambierà in nome del popolo sovrano".

13:49 Pezzopane: "Verdini offende i terremotati"

Il presidente della Provincia dell'Aquila risponde al coordinatore del Pdl Denis Verdini, che aveva invitato gli abruzzesi a recarsi a Roma come segno di gratitudine per le case ricevute dal governo. "Verdini non conosce la differenza tra Stato e partito. Tra diritti e favori elettorali", ha detto Stefania Pezzopane. "Per quale motivo gli sfollati (...) dovrebbero essere in debito morale col suo partito tanto da riempire gli autobus e recarsi a Roma a fare da comparse teleguidate alla protesta contro i fantasmi e le allucinazioni di alcuni del Pdl? E' allucinante che si permetta di offendere i terremotati con pretese di risarcimento elettorale per un intervento che era nei doveri istituzionali di un governo".

12:47 Cicchitto: "Nessuna lezione da Di Pietro"

"Il Pd non può dare nessuna lezione perchè ha fatto una manifestazione a piazza del Popolo dominata da Di Pietro e da una cupa contrapposizione, anche personale contro Berlusconi. Poi qui non c'entra la Costituzione, casomai sono in discussione profonde riforme istituzionali". Così il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.

12:46 Bersani: "In vista la monarchia?"

"Speriamo che Berlusconi oggi non proponga la monarchia" ironizza Pierluigi Bersani.

12:41 Di Pietro: "Berlusconi manifesti contro se stesso"

"Berlusconi dovrebbe fare una manifestazione contro se stesso e contro il suo governo perchè il suo governo sta togliendo spazio di libertà, di legalità e di pari opportunità". Così Antonio Di Pietro.

12:38 D'Alema: "Il premier è ossessionato da tv e giustizia"

"Quello che impressiona è che sembra che la politica sia ossessionata da giustizia e televisione che sono le ossessioni del presidente del Consiglio e non mette al centro questi temi - ha detto Massimo D'Alema - Quando i cittadini scendono in piazza meritano sempre rispetto. Nella manifestazione di oggi non temo la piazza, ma il palco ed ho molti dubbi che verranno da li messaggi d'amore. Temo che che oggi vengano lanciati messaggi di scontro".

12:37 Casini: "Non polemizzo con Berlusconi.."

'L'Udc è il peggio del peggio della politica? Non polemizzo con Berlusconi. Noi parliamo dei problemi della gente, mentre lui continua la sua interminabile corsa verso gli spot e la propaganda".. Lo ha detto il leader dell' Udc Pierferdinando Casini.

12:36 Bersani: "Berlusconi parli da premier"

"Mi auguro che il capo del Governo abbia parole da capo del Governo, non da capo popolo, da capo partito, da capo azienda, da capo lista, da capo redattore del Tg1". Così il leader del Pd, Pierluigi Bersani.

12:35 Berlusconi: "L'amore vince sempre"

Che cosa si aspetta il presidente Berlusconi dalla manifestazione di oggi? "Esattamente ciò che afferma il nostro slogan: l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio", spiega il premier in un'intervista pubblicata oggi dalla Nazione.

 

 

 

 

 

Corteo da piazza della Repubblica a piazza Navona contro la legge di privatizzazione del governo

Padre Alex Zanotelli: "No alla mercificazione della creatura più sacra"

No all'acqua privata, 200mila in piazza a Roma

associazioni, sindacati, partiti della sinistra

No all'acqua privata, 200mila in piazza a Roma associazioni, sindacati, partiti della sinistra

ROMA - "L'acqua è di tutti, non si vende". Con una goccia disegnata sul viso, anche come fosse una lacrima, in migliaia - 200mila secondo gli organizzatori - sono scesi in piazza a Roma per protestare contro la privatizzazione del servizio idrico. Con lo slogan "Ripubblicizzare l'acqua, difendere i beni comuni" il corteo partito da piazza della Repubblica è arrivato poco prima delle 18 in piazza Navona. In prima fila i gonfaloni delle città, da Napoli a Bassano a Modica, portati dai vigili urbani degli stessi comuni mentre i politici, su richiesta degli organizzatori, sono rimasti in fondo. Tra loro singoli cittadini, decine di sigle e organizzazioni, sindacati e partiti che hanno aderito alla manifestazione. Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua, promotore dell'iniziativa, punta su una partecipazione di centomila persone.

In testa al corteo un furgone sul quale è stata caricata una grossa sfera di cartapesta che rappresenta il globo terrestre, con su scritto "L'acqua è di tutti, non si vende", mentre decine di altri striscioni ribadiscono il motivo della manifestazione: "Giù le mani dalla brocca / l'acqua non si tocca" a "Acqua terra beni comuni, ribellarsi è giusto".

Tra le sigle che hanno aderito alla manifestazione ci sono l'Arci, le Acli, rappresentanze sindacali della Cgil, dei Cobas e degli altri sindacati di base, così come le maggiori associazioni ambientaliste dal Wwf alla Lega Ambiente, i Movimenti No Ponte e No Tav, Federconsumatori e Adusbef, ma anche il Popolo viola, Attac Italia che esorta a non lasciarsi "annacquare". A dare la loro adesione anche l'Idv e tutte le sigle politiche della sinistra attualmente extraparlamentare, da Rifondazione comunista, Sinistra ecologia e libertà ai Verdi, poi anche il Jesuit social network, Libera, Pax Christi, fino alla diocesi di Termoli.

 

Proprio da una delle voci più seguite della chiesa italiana, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, è giunto un ulteriore appello contro il rischio di privatizzare un "bene comune" come l'acqua. "Il 19 novembre 2009, il governo Berlusconi ha votato la legge Ronchi, che privatizza i rubinetti d'Italia. E' la sconfitta della politica, è la vittoria dei potentati economico-finanziari. E' la vittoria del mercato, la mercificazione della 'creatura' più sacra che abbiamo: sorella acqua'', sottolinea tra l'altro il sacerdote il quale aggiunge: ''Questo decreto sarà pagato a caro prezzo dalle classi deboli di questo Paese, che, per l'aumento delle tariffe, troveranno sempre più difficile pagare le bollette dell'acqua. Ma soprattutto, la privatizzazione dell'acqua, sarà pagata dai poveri del Sud del mondo con milioni di morti di sete''.

(20 marzo 2010) Tutti gli articoli di Cronaca

 

 

 

 

L'UNITA'

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2010-03-21

Sulla piazza Cicchitto contro la Questura: numeri non credibili. Berlusconi: no a duello tv con Bersani. Pd: ha paura

"In queste manifestazioni tutti danno numeri che fa comodo dare, io non voglio entrare nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e la qualità di queste persone, mi ha riscaldato il cuore, mi sono commosso". Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a Bologna per una conferenza stampa, ha risposto così a chi gli chiedeva un commento sui numeri della manifestazione di ieri del Pdl.

Berlusconi dice no al confronto tv con Bersani. Pd: ha paura "Non credo che sia opportuno in questo momento arrivare a un confronto con il capo dell'opposizione perché le sue dichiarazioni quotidiane ci hanno fatto perdere fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo e basato sulla verità", ha aggiunto il premier, respingendo l'ipotesi di un faccia faccia tv con Bersani.Berlusconi getta la maschera. Dura replica di Enrico Letta: "È amore non volere un confronto col proprio contendente politico? O forse non è la massima espressione di odio? Ci ripensi. Ne guadagnerà l'Italia e si raddrizzerà questa sua sinora infelice campagna elettorale". "Berlusconi sbaglia a non confrontarsi in tv dinanzi al paese con il capo dell`opposizione, anche se ne comprendiamo i timori", dice il responsabile comunicazione del Pd, Stefano Di Traglia secondo il quale in un eventuale confronto televisivo il premier "dovrebbe spiegare agli italiani dove sono finiti i soldi sottratti alle piccole e medie imprese, dove sono andate le risorse destinate al mezzogiorno, l`assenza di efficaci politiche industriali, dovrebbe inoltre giustificare l`immobilismo del governo di fronte agli oltre 700mila lavoratori italiani che hanno perso fin qui il lavoro dall`inizio della crisi, dovrebbe spiegare i micidiali tagli alla scuola pubblica".

"Come si fa a pensare che uno con il 61% delle preferenze sia avviato sulla strada del declino?", dice ancora il premier. "Io sono un recordman delle democrazie occidentali". "Io mi sento ancora un 35enne", scherza Berlusconi rispondendo a un cronista, citando i sondaggi sulle preferenze di alcuni capi-governo europei. "Io sono partito con il 68% delle preferenze e, dopo le elezioni nei mesi successivi sono sceso al 61%. Sarkozy è al 32%, la Merkel è al 40% e Obama è al 42%". E tuttavia lo stesso premier ammette che l'astensionismo "certamente è un pericolo che esiste". "L'astensione -avverte però Berlusconi- significa dare un voto alla sinistra. Se non ci si riconosce nella sinistra è obbligatorio e doveroso dare il voto alla Lega Nord o al Pdl".

Nella manifestazione del Pdl di ieri, secondo Berlusconi, ci sono state "frasi miti e confronti civili: nulla che la possa paragonare alla manifestazione del centro sinistra del sabato prima, dove io sono stato paragonato a Saddam Hussein, Hitler, Mussolini e Nerone". "Non mi dispiace essere definito un capopopolo", ha poi detto rispondendo a Bersani. "Il Popolo della libertà è nato dal basso, dalla gente, i partiti sono stati quasi obbligati ad aderire, abbiamo fatto nascere questa formazione in un anno e abbiamo vinto tutte le elezioni. Le differenze di vedute sono una ricchezza che ci arricchiscono, purchè non diventino sterili contrapposizioni: in quel caso sarebbero una malattia".

Cicchitto contro la Questura: numeri non credibili. "Siamo francamente stupefatti da ciò che ha affermato la Questura di Roma a proposito del numero delle presenze alla manifestazione di San Giovanni": così Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. "Quando la piazza è strapiena, il numero dei presenti è molto più vicino alla cifra affermata dall'on. Verdini che a quella indicata dalla Questura, che, dando il numero di 150mila, ha perso di credibilità. Ciò lo diciamo al netto del fatto che noi abbiamo sempre difeso le ragioni delle forze dell'ordine, ma evidentemente, non solo da ciò che è avvenuto ieri, ricaviamo l'impressione - conclude Cicchitto - che alla Questura di Roma c'è qualcosa che non funziona".

A difendere il corretto operato della Questura ci pensano in sindacati di polizia. "I funzionari della questura di Roma sono dei professionisti seri della sicurezza e fanno dell'alto senso dello Stato e dello spirito di sacrificio il valore guida a difesa del popolo italiano", dice il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp), Enzo Letizia, replica alle critiche rivolte di Cicchitto. "Pertanto, - prosegue Letizia - le valutazioni tecniche e la stima sulla reale presenza dei manifestanti a piazza S. Giovanni è al di sopra di qualsiasi dubbio. La valutazioni sono supportate da esperienze e tecniche ultra decennali". Per il segretario del Sindacato autonomo di Polizia (Sap), Nicola Tanzi, "ognuno deve fare il proprio mestiere". "La Questura - dice Tanzi rispondendo alle critiche di Cicchitto - fa il suo e i dati sui manifestanti di Piazza S.Giovanni rappresentano la realtà dei fatti, sicuramente erano qualcosa in meno e non in più". "Le rilevazione sulle presenze in piazza, in occasioni di manifestazioni politiche, sindacali e di altro tipo - sottolinea ancora Tanzi- si basa su metodologie consolidate che sono utilizzate dai responsabili dell'ordine pubblico e dalla Digos".

Le parole di Fabrizio Cicchitto e di vari esponenti politici contro la questura di Roma dimostrano un "senso di irresponsabilità" che è "ancora più forte quando proviene da esponenti del governo e della maggioranza": il "vero danno sono le sue dichiarazioni contro gli organi di garanzia della democrazia di questo paese". Lo dice il segretario del Siulp, Felice Romano, sottolineando che "bene farebbe Cicchitto a frenare la sua ira per la non completa riuscita della manifestazione, avendo maggior rispetto di coloro che hanno consentito che i sostenitori del Pdl potessero pacificamente manifestare le proprie idee". Ma le "uscite pubblicitarie di singoli soggetti" non possono "confutare o intaccare la serietà e l'attendibilità di organismi quale la questura di Roma". Anche perchè, conclude il Siulp, "la quantificazione dei partecipanti alle pubbliche manifestazioni segue un metodo matematico e certo. E non è basato assolutamente sull'emotività o sulla etichettatura degli organizzatori dell'evento".

Ma il Pdl non si dà pace. "Confermiamo pesanti riserve sul comportamento del questore, peraltro deludente su tutti i

fronti", rincara Gasparri.

Zingaretti: solidarietà alla Questura "Voglio esprimere la mia solidarietà alla Questura di Roma contro le arroganti insinuazioni

rilanciate oggi dal capogruppo del Pdl alla Camera On. Cicchitto riguardo alla stima fatta ieri proprio dalla Questura sui numeri

della manifestazione di San Giovanni", dice il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. "Credo sia veramente grave - prosegue Zingaretti - che le Istituzioni politiche tentino di sottomettere i comportamenti e i giudizi delle Forze dell'Ordine solo per portare avanti i propri scopi e interessi di parte. Spero che le altre Istituzioni di Roma e del Lazio difendano la Questura di Roma

dall'attacco dell'On. Cicchitto al quale voglio inoltre ricordare che forse i Ministri ed il Presidente del Consiglio il proprio consenso se lo devono guadagnare con la loro attività di governo. Quando sono costretti a sfilare in corteo ed addirittura a contestare i numeri veritieri forniti dalla Questura, significa che loro stessi sono consapevoli dei fallimenti della loro esperienza al governo".

"Avevo capito che c'era spazio per l'autonomia delle Regioni, per il federalismo. Invece hanno giurato nelle mani del presidente. L'ho trovato uno spettacolo disdicevole e anche esilarante", ha detto la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino in merito al 'giuramentò dei candidati del centrodestra a piazza San Giovanni al termine della manifestazione di ieri del Pdl a Roma. "Penso - ha aggiunto Bonino - che i presidenti delle Regioni debbano avere anche un ruolo di confronto con il governo, una posizione di autonomia. Invece è stata una scena imbarazzante".

"Se danno i numeri, regaliamo noi un pallottoliere agli esponenti del Pdl": così il portavoce dell`Italia dei Valori Leoluca Orlando in riferimento alla partecipazione alla manifestazione del Pdl di ieri in piazza San Giovanni. "Evidentemente i parlamentari azzurri devono avere problemi con la matematica che non è un`opinione. Bastava dare un`occhiata alla panoramica dall`alto della piazza, per capire quanto pochi fossero, come ha affermato la questura, i partecipanti alla manifestazione di ieri", prosegue l'esponente dipietrista in un comunicato. "E` abbastanza squallido poi - prosegue Orlando - il fatto che, in occasioni di manifestazioni della sinistra, il Pdl consideri affidabile la stima della questura e, invece, quando la stessa fornisce stime non gradite, viene duramente attaccata. Piacciano o non piacciano i numeri, occorre rispettare il questore di Roma, anche se comprendiamo il nervosismo dei rappresentanti del Pdl per il flop di ieri". "I numeri che interessano veramente agli italiani - conclude Orlando - sono quelli dei tagli alla scuola e al comparto sicurezza che ha fatto questo esecutivo. E` il numero crescente di disoccupati e precari. Sono i numeri delle aziende che chiudono, delle famiglie e dei pensionati che non arrivano a fine mese. Ma di tutto questo, dei problemi veri degli italiani, ieri non si è parlato".

"La manifestazione di ieri del PdlB è stata uno straordinario segno di debolezza, sia dal punto di vista organizzativo, per la pochezza dei numeri, sia dal punto di vista politico, perchè è apparso chiaro che Berlusconi non ha più nessuna ricetta per risolvere i problemi del paese", dice in una nota Massimo Donadi. Il capogruppo IdV alla Camera parla di "un doppio flop, organizzativo e politico" e osserva che "quanto poi all'annuncio del premier, dal palco, di sconfiggere il cancro entro tre anni, usciamo dalla politica ed entriamo nel campo della psichiatria".

"Finiti gli effetti speciali e i giuramenti un pò ridicoli, bisogna a tornare a pensare ai problemi degli italiani", dice il leader Udc Casini.

21 marzo 2010

 

 

 

 

 

2010-03-20

"100 euro ai disoccupati per stare in piazza"

di Andrea Carugatitutti gli articoli dell'autore

"IO STRANIERA IN PIAZZA PAGATA DALL'AGENZIA INTERINALE": TESTIMONIANZA

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- Dopo il voto "procederemo con le riforme" fra le quali quella dell'elezione diretta "del premier o del presidente della Repubblica", ha detto il premier dopo l'intervento di Bossi.

- Umberto Bossi sale sul palco di piazza San Giovanni a fianco a Silvio Berlusconi, che lo definisce "un alleato leale e un grande amico". "Io - dice - sono uno dei pochi che non ha mai chiesto nè una lira nè un aiuto a Berlusconi - ha detto il leader del Carroccio suscitando le risate e gli applausi del pubblico".

- Un grosso applauso ha accolto il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, invitato a salire sul palco di Piazza S.Giovanni dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il premier ha accolto il senatur come "un amico a cui sono legato da profondo affetto".

- "Un ufficio giudiziario che non ha nemmeno una competenza territoriale ha continuato ad intercettare il presidente del Consiglio". Dal palco di Piazza San Giovanni Silvio Berlusconi affronta più volte l'inchiesta di Trani. "Intercettazioni casuali? Così casuali - dice il premier - da essere ripetute per 18 volte". Per 158 volte, riferisce il presidente del Consiglio sono stati intercettati i ministri. "Con intercettazioni costose pagate con i soldi pubblici che si sarebbero potuti risparmiare. A ben pensare - aggiunge il cavaliere - le scelte della sinistra di cavalcare le inchieste giudiziarie sono comprensibili: una campagna elettorale basata sui fatti la sinistra non può sostenerla".

- Il premier Silvio Berlusconi in piazza San Giovanni, annuncia la riforma "della giustizia penale" subito dopo le regionali: "È pronta e arriverà in discussione in Parlamento subito dopo il voto".

- "Siamo qui, per difendere il nostro diritto a non essere spiati. Siamo qui per dire agli italiani quello che vogliamo per le nostre Regioni", così Berlusconi.

- "Ormai la sinistra cammina a braccetto, anzi ammanettata, a Di Pietro". È il giudizio di Silvio Berlusconi, espresso durante il comizio che chiude la manifestazione del Pdl in piazza San Giovanni. "Sono anni che la sinistra afferma di essere cambiata ma non è vero - ha detto ancora Berlusconi - i suo uomini sono sempre gli stessi e gli alleati che si sono scelti sono persino peggio di loro: hanno messo in scena una mescolanza terrificante".

- "La sinistra non ha mai imparato a fare e ad essere un'opposizione responsabile, a questa sinistra manca del tutto il senso dello Stato".

-"Volete essere spiati anche in casa vostra? Volete le risse e i pollai nella tv pagata dagli italiani? Volete nella tv pubblica i processi farsa senza che venga data possibilità di cotraddittorio?" sono alcuni degli interrogativi che il premier Silvio Berlusconi rivolge ai manifestanti presenti a Piazza San Giovanni.

- Berlusconi sulle liste: "Non è stata colpa nostra". Ma in questo caso la piazza non risponde con una ovazione ed è anzi molto fredda.

- Berlusconi critica pure i suoi giornali: "Anche loro hanno accreditato l'idea del pasticcio liste...".

- Il premier manda gli auguri a Bertolaso... Oggi è il suo compleanno.

- "Gli alleati della sinistra sono peggio di loro è una mescolanza terrificante, sono ammanettati al campione del giustizialismo, sono incapaci di governare". È l'attacco che Silvio Berlusconi rivolge all'opposizione dal palco di Piazza San Giovanni.

- Il discorso di Silvio Berlusconi dal palco di piazza San Giovanni è di tanto in tanto interrotto dagli interventi della folla. Non solo applausi ma anche slogan per il presidente e fischi per il governo Prodi. Berlusconi ha appena iniziato il suo discorso quando un coro dalla folla si alza: "Un presidente, c'è solo un presidente". Il premier apprezza ma osserva anche scherzando che "quando uno parla questi cori possono sembrare boicottaggio...". La piazza si fa sentire ancora quando Berlusconi cita il governo Prodi: tutti fischiano interrompendo per qualche istante il discorso.

- "Il milione di Verdini è come quello del signor Bonaventura, un parto della fantasia. Basta guardare le immagini su Sky per rendersi conto di quanta è stata ristretta la piazza con i gazebo e le torrette", afferma Nico Stumpo, responsabile organizzativo del Pd. "Per fare un calcolo - prosegue - basta andare su Google Earth e misurare metro per metro gli spazi, si capisce così che il milione è solo nella fantasia di Verdini. Siamo lontani e di tantissimo. Essendo presente anche il ministro Tremonti - conclude - i numeri lieviteranno ancora chissà fino a quanto, ma sempre di fantasie si tratterà".

- "Grazie di cuore per avere accettato il mio, nostro invito. Grazie di essere qui per questa festa di libertà: siamo tanti, tantissimi, siamo gli uomini e le donne che amano la libertà e vogliono restare liberi". Lo ha detto il presidente del Consiglio e leader del Pdl Silvio Berlusconi, aprendo il comizio conclusivo della manifestazione a piazza San Giovanni. "Siamo qui con gioia e compostezza", ha aggiunto il premier, "ci prendiamo la scena, ma non contro qualcuno, per aggiungere falò di invidia e odio".

- Sul palco Berlusconi: "Noi siamo qui non contro qualcuno ma per la libertà del nostro popolo". "Abbiamo diritto al voto e diritto a non essere spiati...". "In piazza contro attacchi magistrati". "Siamo qui per reagire a due mesi di attacchi ingiusti e offensivi della sinistra e dei suoi giudici, siamo qui pere per domandare che venga confermato il nostro di diritto al voto a Roma e il nostro diritto a non essere spiati".

- Non mancano nella piazza del Pdl cartelli e slogan contro Michele Santoro. In bella vista due cartelli che, immersi tra le bandiere del Popolo della libertà, recitano: 'Di Pietro mafioso, Santoro fascista' e 'Santoro mafioso'. Anche durante il corteo non sono mancati i riferimenti e gli slogan contro il conduttore di Annozero. All'indirizzo di uno dei giornalisti della trasmissione, che stava monitorando il corteo partito da Colli Albani, alcune espressioni di attacco da parte dei manifestanti: "L'abbiamo riconosciuto, è quel giornalista comunista di quella trasmissione comunista".

- Verdini annuncia: "Siamo oltre un milione".

- Nel retropalco parla Flavia Perina finiana e direttore del Secolo d'Italia: "Mi sembra una manifestazione riuscita anche se organizzata all'ultimo momento. Certo forse è la prima volta che si vede un governo a capo di un corteo di partito... Ma era importante essere qui per sostenere la Polverini, speriamo che la gente capisca che la può votare".

- Il ministro La Russa sul palco fa ormai lo showman. Presenta i parlamentari, chiama Demo a fare lo stacco musicale quando arriva sul palco Tremonti, incita la folla (o il pubblico?).

- Totale adesione "senza se e senza ma" alla "grande manifestazione di Roma a sostegno della Polverini e dei nostri candidati alle regionali" viene espressa dal parlamentare finiano del Pdl Fabio Granata. "La massiccia partecipazione di oggi - afferma- è il segnale di compattezza attorno a Silvio Berlusconi e di fiducia nel Governo"

- La colonna sonora di 'Guerre stellari', eseguita dal vivo dalla big band di Demo Morselli, ha accolto i due cortei confluiti a Piazza S.Giovanni per la manifestazione nazionale del Pdl.

- Cartelli: "Pd ti piace vincere facile?" e "Ladri di liste" e un Bersani nudo e "Popolo Viola noi abbiamo il tricolore, stai a rosica'".

- Da una auto cabrio si gridano slogan tutti dedicati alla Bonino: "Droga, aborto, Eutanasia, no Bonino, no cultura della morte"

- "Ti puoi fidare?": il motto, a parte il punto interrogativo, ricorda quello della candidata del Pd alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino, anche il caschetto biondo fa pensare a lei, ma la faccia è quella dell'ex governatore dimessosi dopo lo scandalo legato ai ricatti per droga e trans Piero Marrazzo. È il manifesto che tappezza gran parte dei muri lungo via Appia Nuova percorsa adesso dal corteo del Pdl partito da Colli Albani. Molti i cori che si riferiscono all'esclusione della lista del Pdl dalla Provincia di Roma per le regionali tra cui: "Ladri di voti, voi siete ladri di voti".

- Momenti di tensione tra un esponente dei 'Promotori della Liberta' e alcuni giovani del servizio d'ordine del corteo del Pdl, che si sta muovendo verso piazza San Giovanni. Poco prima di arrivare a piazza Re di Roma, l'esponente dei 'Promotori della Liberta', che si è qualificato come dirigente del partito, ha richiamato con il megafono i manifestanti ad uscire dal corteo e indirizzarsi sul lato opposto di via Appia Nuova. Il servizio d'ordine invece, sta spingendo i manifestanti a restare incolonnati su un unico tratto di strada. Così, quando l'uomo ha fatto deviare il gruppo di manifestanti, alcuni giovani gli si sono avvicinati minacciosamente, strappandogli il megafono di mano. Pochi minuti dopo è intervenuta la polizia municipale per sentire le versioni delle due parti: è volata qualche parola grossa e qualche spintone ma la questione si è chiarita.

- Show del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sul palco di piazza San Giovanni dove stanno confluendo i due cortei della manifestazione voluta da Silvio Berlusconi partiti da Colli Albani e da Circo Massimo. La Russa ha innanzitutto invitato i militanti ad abbassare gli striscioni: "Altrimenti né quelli dietro di voi, né i giornalisti riescono a vedere". E poi ha insistito: "Via gli striscioni, guardate che sennò vengo io...". Quindi il ministro ha recitato un pezzo di una canzone di Lucio Battisti 'Io vorrei non vorrei ma se vuoi', poi eseguita dall'orchestra di Demo Morselli che sta intrattenendo la pizza in attesa dell'arrivo del presidente del Consiglio

- Urla "buffoni buffoni e scemo scemo" da parte del corteo ad alcune persone che esponevano magliette viola da un balcone.

- Una signora, Annamaria Fabiano, regge un cartello con su scritto "Anche io vittima della giustizia" e racconta: "Sono qui per portare la mia solidarietà a Berlusconi. Anche io sono stata processata due volte ingiustamente. Una volta mi hanno accusata di aver rotto un braccio a un signore, ma lui era alto due metri e io sono piccoletta... Le pare. E poi un altro processo perché un tipo mi chiedeva 15 milioni di quindici anni fa... e mi hanno pure dato torto...".

- Drappelli di estrema destra in corteo dal Popolo di Roma alla "Giovane Italia" e scritte: "Chi piu crede vince".

- Il cuore del corteo del "cuore azzurro" è guidato da un camioncino con un signore che anima la folla al grido: "Siamo in diretta tv fate un bel cheese che altrimenti non ci riprendono... Fate venire avanti le belle signore che siamo in diretta". E a ogni sussulto del corteo dice "sventoliamo i cuori, sventoliamo i tricolori".

- Tanti i piccoli drappelli legati direttamente ai candidati con in piazza manifesti elettorali e slogan. Il Circolo culturale Lepanto scrive: No alla Bonino, chi non vota acconsente.

- Signore con la pettorina "E io voto lo stesso", un grande striscione "Noi con Berlusconi (in nero), voi con i magistrati (in rosso)". Poi il corteo dell'amore si esibisce con un altro striscione: "Comunisti ci avete rotto i coglioni".

- Il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli con il megafono sta dirigendo le operazioni per disporre un mega tricolore lungo 500 metri e largo otto che "occupa" gran parte della piazza e incita i militanti Pdl con il coro "in alto i cuori, sventolano i cuori, in alto i cuori...".

- In piazza anche Alessandra Mussolini, poi striscioni "Marrazzo-Bonino stessa faccia stesso declino". C'è anche una banda musicale vestita di bianco e di azzurro. Altri volontari Pdl scandiscono il coro "la vuole la gente Renata presidente".

- Tensione nelle prime file del corteo al che alcuni ragazzi hanno issato dei cartelli con su scritto "La forza dell'identità non si ferma". Lì vicino spintoni e urla tra il conigliere comunale di Roma Mollicone e gli addetti al servizio d'ordine.

- Tra le prime file spicca solo un signore della Lega con bandiera Padana e fazzoletto verde nel taschino. "Non c'era una organizzazione della Lega e allora siamo venuti con alcuni amici. Era l'occasione giusta. Siamo alleati e sosteniamo il nostro presidente, anche se qui il Pdl ha fatto una stupidata... A Bossi non sarebbe mai successo. Io sono di Sestola vicino Modena e da 40 anni dalle mie parti che mangiamo merda. Da noi i giudici non si mettono contro chi governa... ".

- Il corteo Pdl è partito da Circo Massimo. È aperto da un grande striscione "L'amore vince sempre sull'odio" retto da molti del ministro Berlusconi: Alfano, La Russa, Brunetta, Prestigiacomo, spicca la presenza del finiano Ronchi. A reggere lo striscione anche Gasparri, Cicchitto, Alemanno, Polverini, Santanché, Brambilla e altri. Dopo di loro un grande camion con palloncini bianchi e azzurri. A seguire, separati da un rigidissimo cordone di servizio d'ordine, i militanti Pdl.

- Tra i militanti Pdl sospinti dalla musica degli altoparlanti che mandano canzoni di Jovanotti e Ligabue tantissimi tricolore, striscioni pro-Polverini e cartelli "Via Santoro da Rai Due".

- Via ai cortei del centro destra. Tensione tra un consigliere comunale Pdl e il servizio d'ordine dei "ragazzi dal cuore azzurro". La denuncia del Popolo Viola: "ingaggiati" disoccupati per riempire la piazza. Verdini agli abruzzesi: "Impossibile non ringraziare Silvio".

20 marzo 2010

 

 

 

Sms spam del premier: "Ti aspetto al corteo"

"Ti aspetto sabato alle ore 14 a Roma Circo Massimo. Un grande corteo fino a San Giovanni per difendere la libertà e la democrazia. Silvio Berlusconi". Questo il testo di un sms che starebbe arrivando sui telefonini di numerosi cittadini. A rivelarlo è CNRmedia, la testata radiofonica e web, che sul suo sito inserisce anche la foto del display di un telefonino con il messaggio.

Il sms, come si vede nell'immagine, ha come mittente Berlusconi. Secondo CNRmedia, il messaggino sarebbe "spam", cioè arriverebbe non solo a utenti che ne hanno autorizzato l'invio ma anche a chi non ha mai dato l'autorizzazione all'invio sul proprio numero di messaggi del Pdl. Una accusa che però viene fermamente respinta dai responsabili del Pdl. Noi, spiegano da via dell'Umiltà, abbiamo dato l'incarico ad una società esterna e nel contratto, proseguono, è scritto che potevano essere mandati sms solo a chi avesse firmato l'autorizzazione a ricevere pubblicità politica. La società, aggiungono, ha a disposizione due liste di contatti: una di nostri iscritti e una, della società,che però comprende solo cittadini che abbiano dato autorizzazione a ricevere qualsiasi tipo di pubblicità politica, quindi non solo del Pdl.

L'uso di sms per la pubblicità elettorale non è comunque una assoluta novità, anzi è ormai considerato uno dei mezzi di uso comune. Anche per Berlusconi non è la prima volta e in precedenza provocò una accesa polemica. Era il giugno 2004, la presidenza del Consiglio inviò degli Sms per invitare al voto gli elettori. L'iniziativa del governo provocò una violenta reazione delle opposizioni, che accusarono Palazzo Chigi di fare propaganda politica. Il governo si difese affermando che non era pubblicità elettorale, ma un messaggio "neutro" che serviva unicamente a ricordare agli elettori che le urne erano aperte dal sabato pomeriggio. Stavolta non si tratta di una iniziativa di governo, pur essendo Berlusconi non solo leader del Pdl ma anche presidente del Consiglio: l'iniziativa non è infatti partita da Palazzo Chigi ma dalla sede del partito di via dell'Umiltà.

18 marzo 2010

 

 

 

 

Berlusconi minaccia il Colle. "Se vinco elezione diretta"

di Ninni Andriolotutti gli articoli dell'autore

Altro che abbassare i toni. Berlusconi gradisce poco l'invito e invia al Colle un preavviso di sfratto niente male. Dopo le regionali, dice, per "modernizzare il Paese" si potrebbe pensare anche "all'elezione diretta del Presidente della Repubblica". E il "mandato pieno" che Silvio chiede agli elettori rivela, così, la voglia di rivoltare come un calzino la Costituzione. Per "ridurre il numero dei parlamentari", per "la grande riforma della giustizia", ma - soprattutto - per premere l'acceleratore in direzione del Quirinale.

Il Cavaliere, in realtà, legge l'appello del Capo dello Stato a porre fine alla "conflittualità" come un monito formalmente bipartisan rivolto sostanzialmente a lui. E ieri sera, tanto per restare in tema con il libro che stava presentando al Tempio di Adriano ("l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio"), ha spedito al Colle l'avvertimento del cambio di regole che potrebbe anticipare la scadenza naturale del settennato. Berlusconi, nei giorni scorsi, si era "limitato" a ipotizzare l'elezione diretta del premier, ma ieri è andato oltre. Se, poi, agli auspici di ricorso al popolo per la nomina del Capo dello Stato si aggiungesse l'attacco alla sinistra "che vuole giocare da sola" e "con un arbitro amico e parziale", il conto delle stilettate di Silvio non farebbe che tornare.

Certo, il premier lega la metafora del derby "con una squadra chiusa negli spogliatoi" al caos liste e ai verdetti "anti Pdl" dei giudici, ma il sospetto che nella vicenda decreto il Colle gli abbia legato le mani è un tarlo che non lo abbandona. Presentando "l'unico libro su 53 che parla bene di me" - 650 messaggi scelti sui 50000 del dopo attentato - Silvio ha ricordato quel "freddo" giorno in cui rischiò di "passare Natale sotto terra". E lo ha fatto, anche, per lanciare un appello di vita o di morte al suo popolo di cui teme l'astensione. "Quando dicono che sei peggio di Nerone, di Saddam, di Hitler, che sei un dittatore, che ti compri tutto – ha lamentato - Dopo non ti può meravigliare se qualche mente labile pensa di diventare un eroe cercando di farti fuori''. Quanto a lui – il Cavaliere usa il plurale - "siamo persone che rispettano gli altri, siamo tolleranti, non abbiamo mai proferito un insulto". E per dimostrare quanto tutto ciò sia vero il Cavaliere attacca anche l'Agcom. Ieri mattina aveva detto che in quell'organismo "al di là di ogni ipocrisia, vince l'appartenenza politica, esattamente come nei nostri tribunali". Ma in serata ha aggiunto altre gocce di fiele.

Per giustificare le pressioni anti Santoro sull'Autority, infatti, ha ammesso di aver parlato "con il presidente", Calabrò, che gli avrebbe dato ragione. "E' vero, mi ha detto, è una cosa indegna, dovremmo intervenire, ma non abbiamo la maggioranza...''. Da Calabrò arriva una smentita: "All'osservazione di Berlusconi che si trattava di cose indegne e che la maggioranza c'era, ho replicato - spiega ancora il presidente dell'Agcom - che anche sulle "cose indegnè bisognava rispettare le garanzie procedurali, e che le maggioranze sono variabili come dimostrato dagli esiti delle votazioni nei mesi decorsi in cui si è assistito a cambiamenti di orientamenti, in entrambe le direzioni, rispetto a precedenti atteggiamenti".

Berlusconi il suo "dovere" lo ha esercitato anche con Gallitelli. "Ho chiamato il comandante dell'Arma come qualsiasi cittadino che vede un reato e chiama i carabinieri", si giustifica. E via con l'annuncio dell'approvazione di un altro provvedimento ad hoc. La legge sulle intercettazioni per porre fine "alla barbarie'' della sinistra, dei giornali e dei magistrati. Tutte le toghe sono rosse, quindi? Macché. A Berlino, pardon in Puglia, c'è un giudice diverso dagli altri e l'arresto di Frisullo lo comprova. "Non ho mai detto che tutta la magistratura fa politica ed è di sinistra – spiega Silvio - Evidentemente, a Bari c'è un magistrato vero, che non è di destra. e che fa il suo dovere".

20 marzo 2010

 

 

 

 

L'acqua non è business. "Siamo in 200mila in corteo a Roma"

E' partito da piazza della Republica il corteo per difendere l'acqua dalla privatizzazione. Centinaia i partecipanti alla manifestazione nazionale stando a quanto riferito dal segretario del Forum movimenti per l'acqua, Paolo Carsetti, forum che ha messo in fila tutti i tasselli di questa iniziativa volta a contrastare il decreto Ronchi fin da novembre scorso, mese della sua approvazone definitiva da parte del Parlamento. Un decreto che privatizza definitivamente la gestione del servizio idrico stabilendo che la quota in capo al pubblico debba scendere progressivamente nei prossimi cinque anni.

È proprio questo il punto, secondo i manifestanti di oggi, che va modificato perché cela il pericolo che l'acqua diventi una merce per fare profitti. Non a caso il camion in testa al corteo è vestito da uno striscione blu che recita così: "L'acqua è un bene comune. Fuori l'acqua dal mercato! Fuori i profitti dall'acqua!". In coda al tir un enorme pallone blu da cui spunta un rubinetto che lascia ciondolare una goccia blu fatta da un palloncino.

Sono 200 mila, secondo gli organizzatori, i manifestanti al corteo. Al passaggio in via Cavour, alcuni studenti hanno calato dalla scalinata che porta a San Pietro in Vincoli striscioni di solidarietà e una bandiera palestinese, accendendo fumogeni colorati. Tra gli altri, sfilano anche alcune bande musicali e molti manifestanti si esibiscono goliardicamente con damigiane piene d'acqua e rubinetti.

Niente bandiere di partito, in testa al corteo che protesta contro la privatizzazione dell'acqua. Una scelta precisa degli organizzatori, come spiega anche padre Alex Zanotelli: "Questo, come la promozione del referendum contro il decreto Ronchi, è un impegno non dei partiti ma per la prima volta della società civile, e se il referendum avrà successo sarà una straordinaria vittoria politica dal basso".

In fondo al corteo sfilano comunque i partiti che hanno aderito alla manifestazione: Prc, Sinistra Ecologia e Libertà e Italia dei Valori. "C'è chi vuole fermare l'idea di democrazia partecipata - ha detto Angelo Bonelli dei Verdi - e questa per l'acqua è una manifestazione emblematica della volontà dei cittadini di poter decidere. A San Giovanni manifestano per la libertà, ma visto che sono loro al governo se c'è un problema di libertà se la devono prendere con sè stessi". La raccolta delle firme per il referendum, promossa dal Movimento per l'Acqua e sostenuta da partiti tra cui Sinistra Ecologia e Libertà, "inizierà - come ha detto Paolo Cento - il 15 aprile".

"L'acqua e l'aria sono beni dell'umanità - ha aggiunto Stefano Pedica - senatore dell'Italia dei Valori - e questo governo vuole privatizzare anche un bene dell'umanità. Qui ci sono cittadini che protestano per un problema reale del Paese mentre chi è andato a San Giovanni tornerà a casa chiedendosi che cosa sia andato a sentire, perchè si ascolterà di tutto tranne che dei problemi reali dell'Italia".

Lo striscione in testa al corteo sprona il governo a 'ripubblicizzare l'acqua e difendere tutti i beni comuni'. A reggerlo non solo i consumatori capeggiati da Rosario Trefiletti (Federconsumatori) ma anche una moltitudine di cittadini perfino guademaltechi che, spiegano, vogliono "solidarizzare con i fratelli italiani" contro il pericolo che l'acqua diventi una merce. Dietro di loro tanti gonfaloni multicolori delle città italiane, sindaci, anziani. Sono tanti gli slogan che i manifestanti portano addosso attraverso piccoli cartelloni appesi al collo con una goccia d'acqua parlante che esprime la loro protesta e preoccupazone: "Liberami dalle multinazionali", "Acqua generosa gratuita, oggi ed ora ristoraci ancora", "Ce la vogliono dare a bere", "Sono un portatore d'acqua", "L'acqua è vita non è merce", "Acqua e terra beni comuni. Ribellarsi è giusto", "Chi controlla l'acqua controlla la vita", "Acqua pubblica senza se e senza Spa".

Sono tante anche le fasce tricolore che spuntano qua e là nel corteo perchè i sindaci hanno partecipato numerosi. "Gli enti locali,

sia amministrati dal centrodestra che dal centrosinistra, sono al nostro fianco -spiega infatti Carsetti- perchè hanno capito che

vengono espropriati anche loro di una importante competenza sancita dalla Costituzione". Il segretario del Forum fa poi notare che questa è la prima volta che "la questura e il Comune di Roma danno il via libera a due manifestazioni nazionali nello stesso giorno" e rimarca che "il Forum dei movimenti per l'acqua ha 'prenotatò il percorso del corteo sicuramente molto prima del Pdl".

Alla manifestazione partecipano anche varie realtà politiche della sinistra, dei sindacati e delle associazioni. Tra questi, gli attivisti del 'No Dal Molin', il Popolo Viola, il Wwf e Legambiente. Per la manifestazione, hanno riferito gli organizzatori, sono arrivati a Roma cento pullman da tutta Italia. Alcuni manifestanti sfilano con una goccia disegnata sul viso, alcuni a mo' di lacrima, per sottolineare la loro protesta contro la privatizzazione del servizio idrico.

20 marzo 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-03-21

Berlusconi: rischio astensione

No al confronto tv con Bersani

21 marzo 2010

Berlusconi: rischio astensione. No al confronto tv con Bersani (Ansa-Infophoto)

"Dai nostri archivi"

Fuori la lista del Pdl a Roma Berlusconi raduna la piazza Il Pd: "Apprendisti stregoni"

Berlusconi sul caos liste dà la colpa a radicali e giudici

Dal Pdl un sms "spam" per partecipare al corteo

Nuova bocciatura della Corte d'Appello per la lista Pdl a Roma

Berlusconi avanti: giusto il decreto

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è preoccupato per l'astensionismo alle prossime elezioni regionali: "E' certamente un pericolo" ha detto oggi da Bologna, nel corso della conferenza stampa per sostenere Anna Maria Bernini, candidata Pdl alla presidenza della regione Emilia Romagna. "Noi insistiamo ad affermare che l'astensione è dare voto alla sinistra". "Insistiamo ancora - dice Berlusconi - che chi non si riconosce nella sinistra è obbligatorio che voti la Lega o il Pdl".

Il leader del Pdl ha poi parlato dell'eventualità di votare per il sindaco di Bologna prima della fine del commissariamento in atto nel capoluogo emiliano: "Non ho nulla al contrario sul fatto che possano esserci elezioni anticipate. È un problema che compete al ministro dell'Interno. Non ho nessuna obiezione, anzi, propendo per un'anticipazione delle elezioni".

E sulla disaffezione degli italiani per la politica, stimato intorno al 12%, il premier ha sottolineato: "Credo che sia effetto di come la politica viene presentata ai cittadini dalla stampa e dalle televisioni". Tra l'altro "Il nostro è l'unico paese dove su una tv pubblica si assiste a risse, che qualcuno definisce pollai, che fanno malissimo. Siamo gli unici in Italia che fanno il "pastone" su ogni cosa, anche sulle decisioni del governo" ospitando spezzoni di dichiarazioni dei politici di ogni parte.

Berlusconi ha poi richiamato le parole di Benedetto XVI: "Mesi fa ha detto che la politica è il più alto atto di carità; io la interpreto in questo modo, ma mi pare che i cittadini non la pensino così".

E sempre in tema di tv, Berlusconi boccia l'idea di un faccia a faccia con Pier Luigi Bersani: "Non credo opportuno arrivare a un confronto televisivo con il capo dell'opposizione, perchè le sue dichiarazioni quotidiane nei nostri confronti ci hanno fatto perdere fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo e basato sulla realtà". E sempre a Bersani replica: "Non mi spiace di essere definito "capo popolo"" ricordando che il Pdl "è nato dalla gente, dal basso e non è stato creato dalle strutture dei partiti".

Berlusconi è poi tornato sulla manifestazione di ieri a Roma e sulle polemiche circa le cifre della partecipazione: "In queste manifestazioni sono convinto che tutti diano dati che fa comodo dare. Io non ho accennato e non voglio accennare a numeri. Vi posso solo dire che mi sono emozionato e che ero commosso". Più che i numeri, secondo Berlusconi, della manifestazione a piazza San Giovanni bisogna evidenziare il "grande risultato" identificabile nel "fantastico amore delle persone che ci seguono, a conferma del motto che avevamo anche sul palco".

"Chi vota Udc getta il suo voto, non è un voto utile. L'Udc si comportata solo secondo la sua convenienza" ha poi detto il premier Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Firenze a sostegno della candidata del Pdl alla Regione Toscana Monica Faenzi.

Berlusconi è tornato ad attaccare la Magistratura: "Se una legge non piace a una certa parte della magistratura che si può individuare in Magistratura democratica, questi magistrati la portano ai magistrati in Cassazione che abrogano la legge".

"Io non ravviso la necessità di cambiare la legge elettorale attuale che ha funzionato" ha poi detto il premier sostenendo che "il sistema principale" della legge elettorale non va modificato.

Rispondendo ai giornalisti che chiedevano quali posizione l'Italia avrebbe assunto sul tema in vista del prossimo vertice Ue, in programma giovedì prossimo, Berlusconi ha detto: "Io penso che se all'interno della Ue non c'è la disponibilità ad aiutare un Paese che è in crisi e ha l'Euro, allora la Ue non ha motivazione per esistere". Il premier ha poi precisato che non è stato ancora discusso all'interno del governo con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e con il ministro degli Esteri Franco Frattini.

Sulle intercettazioni "non possiamo più consentire che i cittadini vengano ascoltati dalle procure mentre telefonano e che il contenuto delle telefonate venga passato alla stampa" ha ribadito il presidente del Consiglio: "Quel mezzo - ha concluso Berlusconi - rende facilissimo cambiare le carte in tavola. Si possono tagliare frasi o fare modifiche passando dal suono registrato allo scritto".

 

 

 

 

 

2010-03-20

Berlusconi chiede tre anni

"per la rivoluzione liberale"

20 marzo 2010

Il Pdl scende in piazza a Roma. I due cortei verso San Giovanni

"Dai nostri archivi"

Un federalismo ad personam

La manifestazione del Pdl: istruzioni per l'uso

"Tutto pronto" per il Pdl in piazza sabato

Berlusconi favorevole al rinvio del voto nel Lazio

Berlusconi sul caos liste dà la colpa a radicali e giudici

Sulle note della canzone "Meno male che Silvio c'è" si è chiuso in piazza San Giovanni il comizio di Silvio Berlusconi a conclusione della manifestazione nazionale del Pdl con i tredici candidati governatori del centrodestra.

"Viva la Lega, viva il Popolo della libertà", è stato l'ultimo passaggio di Berlusconi. In precedenza aveva detto, rivolgendosi alla piazza: "Dovreste vedervi da qui, siete uno spettacolo straordinario". "Siamo qui per reagire a due mesi di attacchi ingiusti e offensivi della sinistra e dei suoi giudici" ha detto il premier dal palco.

Il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, ha detto che il numero di partecipanti

"ha superato abbondantemente un milione di presenze". "Siamo tanti, siamo tantissimi siamo le donne e gli uomini che amani la libertà e vogliono restare liberi" aveva esordito Silvio Berlusconi: "Evviva, evviva, evviva", "un grande, grande, grande abbraccio a tutti grazie di essere qui e benvenuti a Roma".

Tre anni alla fine della legislatura. Tre anni "decisivi" per portare a termine la "rivoluzione liberale" che comprende le riforme delle istituzioni, della giustizia, del fisco e persino la vittoria su una malattia come il cancro. Silvio Berlusconi, dal palco di piazza San Giovanni, è tornato sul tema delle riforme. "Ci aspettano tre anni di lavoro: tre anni nei quali uscendo via via dalla crisi attueremo le grandi riforme", ha detto. "Le riforme istituzionali, dalla riduzione del numero dei parlamentari, all'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica; la grande, grande, grande riforma della giustizia; la profonda riforma e l'ammodernamento del sistema fiscale, la questione del federalismo". "Continueremo - ha aggiunto - con la stessa determinazione la lotta contro la mafia e la criminalità organizzata. Vogliamo dare più sicurezza per i cittadini, vogliamo arrivare ad avere meno tasse, meno burocrazia, più infrastrutture e più verde". Vogliamo anche vincere il cancro che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini. Dobbiamo affrontare questi tre anni forti di un pieno mandato dagli italiani".

I due mega cortei erano partiti da due diversi punti della città: il serpentone partito dall'Anagnina era guidato dai candidati governatori del centrodestra a esclusione di Renata Polverini, l'aspirante governatrice del Lazio che ha guidato il corteo partito dal Circo Massimo. Sulle note di "Tu che mai preso il cuor", dedicata a Silvio Berlusconi, la piazza si è popolato. Presente anche il cantante preferito dal premier, Mariano Apicella. Tante le bandiere del Pdl.

Clima festoso, si sono alternati alcuni cantanti con pezzi sempre rivolti al premier come "The best" di Tina Turner. Negli striscioni Emma Bonino e Michele Santoro tra i bersagli preferiti.

 

 

 

Il premier rilancia sulle riforme: Quirinale con elezione diretta

19 marzo 2010

Il premier rilancia sulle riforme: Quirinale con elezione diretta

"Dai nostri archivi"

Spinta sulle riforme per l'elezione diretta del premier

Berlusconi rilancia il presidenzialismo, ma pensa alla giustizia

150 anni Italia Napolitano scrive a Berlusconi: "Serve chiarimento"

Berlusconi favorevole al rinvio del voto nel Lazio

Avanza il disgelo premier-Colle

Silvio Berlusconi torna ad inserire

l'elezione diretta del presidente della Repubblica nella serie di riforme istituzionali alle quali porre mano nel tratto di legislatura che si apre dopo il test elettorale amministrativo. Il presidente del consiglio ha introdotto questo argomento (come ha fatto nei giorni scorsi), premettendo un "magari" alla

elezione diretta del capo dello Stato, segno che il dibattito si deve ancora aprire ufficialmente, ma che la questione è sul tappeto, almeno secondo la maggioranza. Berlusconi ha poi citato anche la riduzione del numero dei parlamentari come un'altra possibile riforma istituzionale da compiere dopo le elezioni regionali.

19 marzo 2010

 

 

L'OSSERVATORE ROMANO

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IL MATTINO

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2010-02-11

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SORRISI e CANZONI

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WIKIPEDIA

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GENTE VIAGGI

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AUTO OGGI

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QUATTRO RUOTE

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IL SECOLO XIX

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